Il somalo venne condannato nel 2002 per l'omicidio della giornalista Rai e dell'operatore Miran Hrovatin in base alla testimonianza di Abdi Rage, testimone portato in Italia nel 1997 dall’ex ambasciatore Giuseppe Cassini. L'uomo, raggiunto a febbraio da" Chi l’ha visto" aveva confermato quanto raccontato già pochi giorni dopo la condanna alla Bbc: la sua deposizione era falsa, rilasciata dietro la promessa di un visto per l'Italia. Ora Hassan è uscito per buona condotta e sconterà 2 anni ai servizi sociali
Dopo sedici anni di reclusione è stato scarcerato oggi Hashi Omar Hassan, il somalo condannato nel 2002 per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto a Mogadiscio (Somalia) nel marzo del 1994. La sua condanna – ventisei anni di reclusione – era arrivata in appello, dopo l’assoluzione in primo grado, grazie alla testimonianza chiave di Abdi Rage, detto “Gelle“, testimone portato in Italia nel 1997 dall’ex ambasciatore Giuseppe Cassini. Gelle, raggiunto lo scorso febbraio da Chi l’ha visto aveva confermato quanto raccontato già pochi giorni dopo la condanna al giornalista della Bbc Sabrie: la sua deposizione davanti alla Digos romana e al pm Franco Ionta era falsa. “Ho mentito, mi avevano promesso soldi e un visto per l’Italia”, era stato il suo racconto, sia nel 2002 che lo scorso febbraio.
Abdi Rage – arrivato in Italia nell’ottobre del 1997 – era sparito poco prima di Natale di quello stesso anno, evitando così di deporre davanti ai giudici per confermare la sua accusa nei confronti di Hassan. Oltre ad accusare falsamente il somalo poi condannato, Gelle aveva sostenuto la tesi della morte accidentale della giornalista Rai, dovuta, in sostanza, ad una rapina finita male.
Nel luglio del 2002 lo stesso Gelle, dopo aver saputo della condanna di Hashi sulla Bbc, chiamò il giornalista Sabrie. In quella telefonata – che venne registrata e poi consegnata due anni più tardi alla commissione parlamentare presieduta da Carlo Taormina – Gelle aveva ritrattato la sua deposizione, spiegando che Hashi era in realtà innocente. Successivamente la Procura di Roma incriminò Gelle per calunnia, ma il processo si è risolto nel 2012 con un nulla di fatto. La Digos di Roma ha infatti sempre sostenuto di non essere stata in grado di rintracciare Abdi Rage per confermare la sua ritrattazione, confrontando la sua voce con la registrazione. Lo scorso febbraio – dopo mesi di ricerche – Chi l’ha visto lo ha incontrato, mostrando in video la sua intervista. Un paio di mesi fa i periti hanno confermato la corrispondenza del volto del Gelle intervistato con il cartellino segnaletico conservato negli archivi della Procura.
La scarcerazione di Hassan è avvenuta oggi per buona condotta, con l’affidamento per due anni ai servizi sociali e con lo sconto di tre anni per indulto. La strada della revisione del processo è ancora lunga e l’inchiesta sui possibili mandanti del depistaggio ancora non è conclusa. “La settimana prossima consegneremo tutti gli atti alla Corte di Appello di Perugia per chiedere la revisione del processo”, ha detto l’avvocato Douglas Douale, difensore del somalo.