La svolta ecologista del Papa – da Il Fatto Quotidiano – www.natangelo.it
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Roma, 18 nov. (Adnkronos) - Più di un milione di chili di plastica riutilizzata ogni anno nelle proprie produzioni, arrivando a coprire fino al 90% della produzione totale. È il caso studio di Ifaba, presentato da Omnisyst a Ecomondo, evento di riferimento in Europa per nuovi modelli di economia circolare, terminato l'8 novembre a Rimini. Il caso vede protagonisti gli stabilimenti produttivi di Ifaba, multinazionale tascabile milanese specializzata nella fornitura di forme per la produzione di scarpe ai principali marchi mondiali del lusso. Affiancata da Omnisyst, attiva nella gestione circolare dei residui di produzione, Ifaba ha intrapreso un progetto che unisce logistica inversa, simbiosi industriale e responsabilità estesa del produttore per un riutilizzo virtuoso dei materiali plastici.
Nel dettaglio, l’azienda ha richiesto supporto a Omnisyst per ridurre il quantitativo di residui in un ambito specifico: la produzione di forme in plastica per calzature, che hanno una vita molto breve. Queste forme, diverse per ogni collezione, modello di scarpa e taglia, non possono essere riutilizzate per le produzioni successive, incrementando così la quantità di rifiuti. È nato, così, un approccio che prevede il ritiro e il recupero delle forme di plastica ormai esauste dai clienti del lusso di Ifaba e il loro conferimento in un impianto che le riduce in granuli per essere reimpiegate nella produzione di nuove forme di scarpe, creando un ciclo virtuoso che minimizza l’impronta ambientale.
“Le esigenze sono quelle di avere dei livelli di servizio, di professionalità e di struttura dell’azienda - afferma l’amministratore delegato di Ifaba Luca Giani - che devono essere sempre di più ricercate nell’eccellenza. Solo in innovazione, macchinari e attrezzature, nel piano industriale di Ifaba, investiamo tra il 7 e il 9% dei ricavi”. Ifaba decide, così, di assumersi la responsabilità del destino di residui industriali che non erano più in loro gestione: questo concetto di responsabilità estesa del produttore va oltre gli obblighi normativi e rappresenta un nuovo impegno per l’ambiente.
La logistica inversa, che ha inizio alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e che mira a restituire valore al prodotto per un suo riutilizzo, rappresenta una soluzione di grande impatto nell’ambito della gestione sostenibile dei materiali, permettendo di chiudere il ciclo di vita dei prodotti riducendo gli sprechi. “Omnisyst ha supportato Ifaba in questo percorso - spiega Antonino Rapisardi, direttore Commerciale, Strategia e Sviluppo di Omnisyst - studiando il flusso di rifiuti plastici generati alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e progettando un processo per il recupero e la riduzione in granuli della plastica. Il modello operativo sviluppato è il risultato di un Waste Check-Up approfondito, che ha permesso di ottimizzare le soluzioni di riutilizzo con un approccio data-driven, monitorando al contempo le emissioni”.
L'intervento ha portato a risultati tangibili: in due soli carichi, sono stati recuperati oltre 25mila chili di prodotto e compensati 540 kg di emissioni di CO2, monitorati con algoritmo proprietario e certificato Omnisyst, garantendo un processo carbon neutral. Questo modello integrato è stato reso possibile grazie alla digitalizzazione e a un’accurata gestione dei dati. Rapisardi continua: “Questi processi sono già in essere in Italia in certi ambiti da trent’anni. Se parliamo di riciclo, l’Italia è campione europeo, come dimostrato dal recente report GreenItaly. Qui si tratta ora di diffondere il messaggio e fare in modo che diventi una pratica sempre più diffusa. La sensibilità delle aziende a questo tipo di pratiche è fondamentale, altrimenti queste eccellenze restano dei silos pur virtuosi a livello europeo, ma che non si propagano in tutto il tessuto industriale”.
Sono stati seguiti, dunque, i principi di simbiosi industriale, che puntano alla creazione di un circuito chiuso, in cui i cosiddetti 'scarti' di lavorazione possono essere riutilizzati all’interno di altri processi, che siano di un’azienda prossima o della stessa azienda che li ha generati. La simbiosi industriale consente alle aziende di condividere risorse e know-how, ottimizzando l’efficienza dei processi e abbattendo i costi.
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - Più di un milione di chili di plastica riutilizzata ogni anno nelle proprie produzioni, arrivando a coprire fino al 90% della produzione totale. È il caso studio di Ifaba, presentato da Omnisyst a Ecomondo, evento di riferimento in Europa per nuovi modelli di economia circolare, terminato l'8 novembre a Rimini. Il caso vede protagonisti gli stabilimenti produttivi di Ifaba, multinazionale tascabile milanese specializzata nella fornitura di forme per la produzione di scarpe ai principali marchi mondiali del lusso. Affiancata da Omnisyst, attiva nella gestione circolare dei residui di produzione, Ifaba ha intrapreso un progetto che unisce logistica inversa, simbiosi industriale e responsabilità estesa del produttore per un riutilizzo virtuoso dei materiali plastici.
Nel dettaglio, l’azienda ha richiesto supporto a Omnisyst per ridurre il quantitativo di residui in un ambito specifico: la produzione di forme in plastica per calzature, che hanno una vita molto breve. Queste forme, diverse per ogni collezione, modello di scarpa e taglia, non possono essere riutilizzate per le produzioni successive, incrementando così la quantità di rifiuti. È nato, così, un approccio che prevede il ritiro e il recupero delle forme di plastica ormai esauste dai clienti del lusso di Ifaba e il loro conferimento in un impianto che le riduce in granuli per essere reimpiegate nella produzione di nuove forme di scarpe, creando un ciclo virtuoso che minimizza l’impronta ambientale.
“Le esigenze sono quelle di avere dei livelli di servizio, di professionalità e di struttura dell’azienda - afferma l’amministratore delegato di Ifaba Luca Giani - che devono essere sempre di più ricercate nell’eccellenza. Solo in innovazione, macchinari e attrezzature, nel piano industriale di Ifaba, investiamo tra il 7 e il 9% dei ricavi”. Ifaba decide, così, di assumersi la responsabilità del destino di residui industriali che non erano più in loro gestione: questo concetto di responsabilità estesa del produttore va oltre gli obblighi normativi e rappresenta un nuovo impegno per l’ambiente.
La logistica inversa, che ha inizio alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e che mira a restituire valore al prodotto per un suo riutilizzo, rappresenta una soluzione di grande impatto nell’ambito della gestione sostenibile dei materiali, permettendo di chiudere il ciclo di vita dei prodotti riducendo gli sprechi. “Omnisyst ha supportato Ifaba in questo percorso - spiega Antonino Rapisardi, direttore Commerciale, Strategia e Sviluppo di Omnisyst - studiando il flusso di rifiuti plastici generati alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e progettando un processo per il recupero e la riduzione in granuli della plastica. Il modello operativo sviluppato è il risultato di un Waste Check-Up approfondito, che ha permesso di ottimizzare le soluzioni di riutilizzo con un approccio data-driven, monitorando al contempo le emissioni”.
L'intervento ha portato a risultati tangibili: in due soli carichi, sono stati recuperati oltre 25mila chili di prodotto e compensati 540 kg di emissioni di CO2, monitorati con algoritmo proprietario e certificato Omnisyst, garantendo un processo carbon neutral. Questo modello integrato è stato reso possibile grazie alla digitalizzazione e a un’accurata gestione dei dati. Rapisardi continua: “Questi processi sono già in essere in Italia in certi ambiti da trent’anni. Se parliamo di riciclo, l’Italia è campione europeo, come dimostrato dal recente report GreenItaly. Qui si tratta ora di diffondere il messaggio e fare in modo che diventi una pratica sempre più diffusa. La sensibilità delle aziende a questo tipo di pratiche è fondamentale, altrimenti queste eccellenze restano dei silos pur virtuosi a livello europeo, ma che non si propagano in tutto il tessuto industriale”.
Sono stati seguiti, dunque, i principi di simbiosi industriale, che puntano alla creazione di un circuito chiuso, in cui i cosiddetti 'scarti' di lavorazione possono essere riutilizzati all’interno di altri processi, che siano di un’azienda prossima o della stessa azienda che li ha generati. La simbiosi industriale consente alle aziende di condividere risorse e know-how, ottimizzando l’efficienza dei processi e abbattendo i costi.
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - "Ho appreso la notizia del decesso dell’agente scelto della Polizia di Stato Amar Kudin, avvenuto a Roma nelle prime ore di oggi, in occasione di un incidente stradale che ha coinvolto due vetture della Polizia di Stato. Profondamente rattristato, esprimo sentimenti di solidarietà e vicinanza a Lei e a tutto il Corpo, pregandola di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio. Agli agenti feriti rivolgo il più sentito augurio di pronta guarigione". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al capo della Polizia, Vittorio Pisani.
Roma, 18 nov (Adnkronos) - "Esprimo il mio cordoglio per la tragica scomparsa del giovane agente della Polizia di Stato, Amar Kudin, coinvolto nell'incidente di questa mattina a Roma. Mi stringo con sincera vicinanza ai familiari. Ai colleghi feriti auguro una pronta guarigione. Rivolgo il mio pensiero alla Polizia di Stato, a cui va la nostra gratitudine per il quotidiano impegno a servizio della collettività, e al gruppo sportivo delle Fiamme Oro". Lo dice il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
Milano, 18 nov. (Adnkronos) - Davide Steccanella, noto avvocato milanese, scrive - e pubblica la sua lettera sui social - all'Ordine degli avvocati di Biella per capire quali iniziative intende prendere dopo le dichiarazioni del 'collega' Andrea Dalmastro, sottosegretario al ministero della Giustizia. Secondo quanto riportato dalla stampa, in occasione della presentazione delle nuove auto in dotazione alla Polizia penitenziaria per la traduzione dei detenuti, cui l'avvocato Dalmastro ha presenziato avrebbe detto: "L'idea di vedere sfilare questo potente mezzo, di far sapere ai cittadini come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per me una intima gioia".
L'esternazione "mi ha procurato - scrive Steccanella - un notevole disagio perché proveniente da un collega avvocato. Che il nostro Paese stia vivendo da tempo un'imbarazzante fase di diffuso 'giustizialismo forcaiolo' che non fa certo onore a uno Stato di diritto è cosa nota, ma che questo sentimento venga pubblicamente fatto proprio con ostentata soddisfazione da un operatore stesso del diritto, quale un avvocato o un giudice, rappresenta a mio parere un vulnus pericoloso per la credibilità stessa dell'istituzione Giustizia nel cittadino".
Milano, 18 nov. (Adnkronos) - I militari del Nucleo di polizia economico finanzia di Pavia e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Milano, stanno eseguendo nelle province di Pavia, Milano, Reggio Calabria, Lecco e Piacenza un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano, su proposta della locale Dda, nei confronti di 20 persone, di cui 15 in carcere e cinque agli arresti domiciliari, indiziati di appartenere a un’associazione specializzata nel traffico di stupefacenti. Tra i destinatari della misura c'è anche Luca Lucci, capo ultrà della curva Sud del Milan, già in carcere per l'indagine 'Doppia curva'.
Un'associativa trasversale (i cui componenti assumono quindi quasi tutti la posizione di organizzatori) composta di elementi di spicco del narcotraffico lombardo e non solo per forniture all'ingrosso di droga. L’attività, si legge nella nota della Guardia di finanza, "ha rivelato come il terminale delle varie organizzazioni è in colui che ha sostituito i Flachi della Comasina godendo della consolidata vicinanza con i Barbaro di Platì, attivi nella zona di Cologno Monzese, e i gruppi criminali albanesi e sudamericani che, da basi strategiche in Sudamerica controllano le spedizioni della cocaina verso le più importanti piazze intercontinentali". Le indagini hanno permesso la ricostruzione di episodi relativi all’importazione e alla distribuzione di 1000 chili di cocaina, 1000 chili di hashish e 173 chili di eroina. Sono stati sottoposti a sequestro circa 250 chili di droga e la somma di 800 mila euro, intercettati prima del trasferimento all’estero.
In particolare, dagli approfondimenti è emerso come l'organizzazione - legata in affari ai vertici del gruppo criminale imperante nel quartiere Barona - abbia importato "ingentissimi quantitativi" di cocaina, attraverso il rapporto privilegiato di un organizzatore del gruppo associativo con i nuclei di criminalità organizzata stanziali in Calabria, e allo stesso tempo ha anche distribuito grossi quantitativi di hashish provenienti dal Marocco e dalla Spagna. Ingentissima la massa di denaro generata, pari a circa 11 milioni di euro, poi fatta confluire su canali bancari sommersi, secondo il sistema del fei eh 'ien - circuito finanziario finalizzato al trasferimento di soldi con completa garanzia di anonimato".
Roma, 16 nov. - (Adnkronos) - “Il ruolo delle Pro Loco è fondamentale per dare vita a quei valori di libertà, di partecipazione e di solidarietà di cui l'Italia è un esempio a livello europeo e internazionale. Abbiamo un mondo del terzo settore che si mette in cammino ogni giorno per esaltare la bellezza della nostra Italia e per stare vicino a tutti i cittadini, in particolare anche i più fragili. Stiamo attuando il Codice del Terzo Settore: in questi due anni abbiamo esaltato l'amministrazione condivisa per dare risposte ai cittadini con un modello alternativo che non è quello soltanto della competizione ma anche quello della solidarietà sociale". Così Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuta all'assemblea dell’Unpli a Roma.
"Abbiamo stanziato i primi 2,3 milioni di euro per far sì che l'amministrazione condivisa diventi una cultura reale all'interno dei servizi pubblici nel rapporto con gli enti del terzo settore; abbiamo varato il registro unico nazionale del terzo settore che dà trasparenza e incoraggia un sentimento di fiducia tra i cittadini; abbiamo attuato il bonus sociale. Lo Stato ha il dovere di favorire una piena alleanza tra istituzioni, privato-sociale e privato”, conclude Bellucci.
Cosa implicano le due scelte che ti proponiamo: