Finestre sbarrate agli alloggi del palazzo di via della Dataria. Abitati fino a quando presidente è stato Giorgio Napolitano. Con la svolta monastica del nuovo capo dello Stato sono invece rimasti vuoti. Rinuncia anche il segretario generale Zampetti
Finestre sbarrate. Sono quelle del palazzo di via della Dataria, la salita che congiunge Fontana di Trevi alla piazza del Quirinale. Un palazzo enorme dalla facciata cinquecentesca, con uno splendido cortile all’interno e confinante con le Scuderie del Quirinale, dove si trovano gli appartamenti dei consiglieri del presidente della Repubblica. Quegli appartamenti sono stati abitati, con tanto di guardaportone in livrea e carabiniere di servizio all’ingresso e zona rimozione anti bomba per tutto il perimetro dell’immobile, fino a quando era presidente Giorgio Napolitano. Ma da quando al Quirinale è arrivato Sergio Mattarella, quegli appartamenti sono rimasti praticamente vuoti, e di conseguenza le finestre sono sbarrate. Nessuno dei consiglieri del nuovo Capo dello Stato, infatti, è andato a vivere negli appartamenti di servizio, preferendo restare nelle loro residenze private a Roma.
Una scelta di sobrietà assoluta, quella dei consiglieri di Mattarella, in linea con la cifra “monastica”, e comunque poco incline agli sfarzi ed ai pennacchi, del nuovo inquilino del Colle. A rinunciare all’appartamento di servizio è stato anche il segretario generale Ugo Zampetti, la cui casa privata, dove vive da sempre con la famiglia, si trova peraltro a pochi passi dal Quirinale. Zampetti, da sempre allergico alle “case blu” (a Montecitorio nessuno ricorda di averlo mai visto entrare nel piccolo pied a terre con terrazzino a lui riservato all’ultimo piano del palazzo quando era segretario generale della Camera) ha rinunciato anche alla villa che gli toccherebbe in ragione del suo incarico nella tenuta presidenziale di Castel Porziano. Villa che sarà offerta ai disabili che, per volere di Mattarella, trascorreranno le vacanze estive proprio a Castel Porziano, un’immensa oasi naturalistica finora inaccessibile a chi non facesse parte dell’inner circle quirinalizio.