Uno scambio di promesse d’amore tra tre coppie: una gay, una lesbica e una etero. È questa la risposta che dal palco della quattordicesima edizione del Gay Village di Roma arriva a chi, sempre nella capitale, scenderà in piazza per il Family day. “Un modo – spiega Vladimir Luxuria – per rispondere a coloro che come al solito vorrebbero decidere le vite degli altri“. L’ultimo Family Day fu quello del 2007, in piena discussione sui Dico: “Me lo ricordo, ero parlamentare – prosegue Luxuria – e bloccò anche quel minimo di dibattito che c’era, non vorrei che succedesse la stessa cosa, ma noto che stavolta non c’è stato un endorsement così esplicito da parte della Chiesa”. E sul dibattito che imperversa nelle scuole e che ha portato una preside di un istituto romano a emanare una circolare per mettere in guardia i genitori sulla presunta teoria del gender, Luxuria precisa: “Qualcuno mi spieghi cos’è questa teoria. Cosa vuol dire? Parlare di questi temi a scuola non vuol dire creare nuovi gay e nuovi trans, vuol dire educare al rispetto. E questo credo che sia proprio il compito della scuola”. Gasparri e i suoi insulti al Gay Pride? “Si faccia una vita”, è l’invito dell’ex parlamentare. Sull’iter della legge Cirinnà, infine, Luxuria spiega: “Temo che l’alleanza con Ncd possa spingere ad annacquare un testo che già non è il matrimonio approvato in tante nazioni, anche cattoliche. Bisognerà stare all’erta” di Chiara Carbone