Nessuna intenzione di introdurre il Grande Fratello sui lavoratori e rispetto del Codice della privacy. Stefano Visonà, capo dell’ufficio legislativo del ministero del Lavoro, risponde ai dubbi degli avvocati giuslavoristi riuniti a Milano in merito al nuovo articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, riformulato da uno dei decreti attuativi del Jobs act. Una modifica – condivisa anche dal ministro Poletti – che ha suscitato molte polemiche, relative al controllo a distanza dell’azienda sul lavoratore, attraverso device tecnologici come tablet e smartphone.
Dietro alla norma quindi “non si nasconde il Grande fratello. La riscrittura – spiega Visonà – nasce solo da ragioni di chiarezza e di aggiornamento, in una materia finora controversa perfino in Cassazione”. Il capo dell’ufficio legislativo aggiunge poi che l’articolo 23 dello schema di decreto legislativo sulla “razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese“, “aggiorna una norma del 1970, quando non esistevano gli strumenti tecnologici di oggi”.
Quindi, ha proseguito, “non vuole introdurre il controllo permanente dei lavoratori ma semplificare l’utilizzo, senza autorizzazioni e accordi sindacali, di strumenti di lavoro potenzialmente idonei al controllo, sempre nel rispetto del Codice della privacy, esplicitamente richiamato nel nuovo articolo. Inoltre, anche l’utilizzabilità viene sottoposta alla condizione di una adeguata informazione ai lavoratori sulle modalità d’uso degli strumenti”.