Laudato si’, Petrini e l’enciclica: “Momento di svolta nella storia della Chiesa”
Intervista al fondatore di Slow Food, autore delle 22 pagine di prefazione al testo del Papa. "Da Francesco un pensiero complesso senza alcuna possibilità di fraintendimento"
Come si sente un agnostico a scrivere per il Papa?
Bene. Anzi benissimo è stato un grande privilegio per me. Ora però mi sento ancora più responsabile di prima.
Che si chiami Terra Madre o Casa Comune poco importa: Carlo Petrini e Papa Francesco hanno fatto un pezzo di strada insieme. Il fondatore di Slow Food infatti è l’autore delle 22 pagine che introducono il testo di Laudato si’, la nuova enciclica di Francesco. Sei capitoli che contengono 246 paragrafi tra cui: “La questione dell’acqua”, ” La debolezza delle reazioni”, “Il principio del bene comune”, “La giustizia tra generazioni”, “La necessità di difendere il lavoro” oppure ancora “Puntare ad un altro stile di vita”.
Come e chi l’ha contattata?
Tre mesi fa Famiglia Cristiana. Giovedì scorso mi hanno spedito il testo da leggere, avevo 24 ore per scrivere il mio. Devo ammettere che la forza delle parole del pontefice è addirittura superiore a quanto mi aspettassi e immaginassi. Un messaggio chiaro che sicuramente non può generare alcun tipo di fraintendimento.
Lei definisce “un impegno rivoluzionario per il futuro” l’elaborato del Santo Padre aggiungendo anche che “non c’è dubbio che queste parole rappresentino uno dei momenti di svolta più importanti nella storia della Chiesa e soprattutto dell’umanità”. Altri predecessori del soglio pontificio si erano occupati di ecologia…
Papa Francesco lo ha fatto con una linearità e una chiarezza che non erano mai state applicate. Inoltre non si tratta di un discorso prettamente spirituale: è un pensiero complesso che racchiude sì lo spirito ma anche cultura e politica. Un libro di cui tutti, credenti e non, abbiamo bisogno e lui lo ha voluto fare. Infine mi piace sottolineare che il Santo Padre non punta il dito solo contro i potentati finanziari. Solletica tutti noi nelle piccole cose ad avere stili di vita più sobri e virtuosi ed occuparci delle incidenze nell’ambiente ma anche nei rapporti interpersonali. Lui parla in modo semplice e solo apparentemente lieve ma dicendo cose pesantissime.
In un altro passaggio della prefazione sostiene: “Sono sicuro che non soltanto il mondo cristiano risponderà positivamente, ma anche tanta parte del resto dell’umanità (…). Chi crede, chi professa altre religioni o altre forme di spiritualità, non può rimanere indifferente”. Si rivolge agli ecologisti invitandoli a unirsi e mettere da parte le contrapposizioni ideologiche. Ma dimentica forse che la prevaricazione di una contrapposizione genera potere…
È vero. Ma con questo Papa non c’è trattativa: è un uomo che suscita empatia e ammirazione soprattutto perché ciò che sostiene lo applica prima a se stesso nel modo di comportarsi in un’epoca governata dalla perenne differenza tra dire e fare. Quindi meglio rassegnarsi e prendere coscienza che la realtà dei nostri modi di creare rapporti e modelli di sviluppo è totalmente dissennata, figlia di una politica altrettanto disumana. Ora il passo che si deve compiere è improrogabile se vogliamo rendere vicendevolmente proficuo il nostro esistere su questo pianeta e preservarlo per le generazioni future.