Parapiglia concitato il 15 giugno scorso durante il consiglio comunale di Misterbianco, Comune di quasi 50mila abitanti, in provincia di Catania. I duellanti sono il sindaco Nino Di Guardo, ex Pd ed eletto con una lista civica, e il consigliere di opposizione, Marcello Russo, maresciallo dei Carabinieri in servizio a Siracusa. La bagarre esplode per via dell’intervento critico di Russo sul bilancio del Comune, parole che il primo cittadino accoglie inizialmente con toni relativamente contenuti. “Marescià, le dice una stupidaggine” – esordisce Di Guardo – “si faccia pregare…”. Russo lo interrompe più volte e il sindaco comincia a perdere le staffe, pronunciando moniti roventi in siciliano: “Non sa niente e sta sempre a parlare! Io le voglio bene, ma lei dice sciocchezze. Un consiglio le voglio dare, non si avventuri in strade che non conosce, picchì ci puonu essere puttusa e si sdurruba da rintra a duoppu cu u veni a pigghia ca pisa oltre 150 chili?” (trad. perché potrebbe inciampare e cadere dentro una fossa. Chi la salverebbe poi, dato che pesa 150 chili?)”. I botta e risposta tra i due diventano sempre più incandescenti nei minuti successivi. “Maresciallo, io per il suo bene lo dico” – continua Di Guardo – “Cu c’ho potta duocu, tutto ca gira, tuttu ca fa denunce? Lei u sbirru a Misterbianco non lo deve fare” (Chi glielo fa fare a girare, a denunciare? Lei lo sbirro a Misterbianco non lo deve fare)”. Russo insorge contro le parole del sindaco, che nel finale dà il colpo di grazia: “Stia zitto! Lei deve stare zitto! Taccia! A Misterbianco c’è una amministrazione di persone perbene, oneste, nei confronti dei quali gli sbirri non hanno cosa fare. Se ne devono andare gli sbirri, perché gli sbirri ci fanno schifo. Oh! Benedetto Iddio!”. “Complimenti. Questa è la sua legalità” – replica Russo – “Si vergogni. Si vergogni” (audio tratto da Youtube) di Gisella Ruccia