Ha posizionato mine e ordigni esplosivi nelle rovine di Palmira, in Siria. Ha rapito 1.227 bambini a Mosul, in Iraq. Sono questi gli ultimi atti dell’Isis, riportati, rispettivamente, dall’Osservatorio per i diritti umani e dal portavoce del Kurdistan Democratic Party. L’Osservatorio dice di non sapere se i miliziani abbiano minato le rovine per distruggerle “o per impedire l’avanzata dei governativi”. L’Ong riferisce anche che alcuni bombardamenti portati a termine da caccia siriani su Palmira hanno causato una serie di vittime. Quanto al rapimento di bambini a Mosul invece, i jihadisti “li hanno portati nel campo di al-Salamiya per essere addestrati”, denuncia il portavoce del Kurdistan Democratic Party della città, Said Mimousini. Secondo alcune testimonianze non confermate inoltre, nel campo l’Isis avrebbe creato un vero e proprio dipartimento per addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento che agli attacchi suicidi.
Palmira era stata espugnata dai jihadisti il 20 maggio, dopo che tre giorni prima erano stati respinti dall’esercito siriano. Così, dopo aver preso possesso di Ramadi, in Iraq, i miliziani neri erano riusciti a conquistare un’altra città di importanza strategica. I jihadisti hanno conquistato in breve tempo il carcere e l’ospedale della città, mettendo in pericolo le rovine patrimonio dell’Unesco. Significative distruzioni erano state evitate fino ad oggi. Fino, appunto, alla notizia delle mine piazzata nella storica città.
Oltre a Palmira Isis negli ultimi mesi ha rivendicato anche l’attentato a due hotel di lusso a Baghdad e quello in una moschea dell’Arabia Saudita. Con le due esplosioni a Baghdad, gli uomini del Califfo hanno mostrato che possono essere in grado di agire all’interno della città irachena. E infine, con la conquista di Palmira, hanno fatto vedere di aver guadagnato terreno anche verso Damasco.
Mosul invece può essere considerata la capitale del Califfato in Iraq. Fece scalpore la distruzione di una serie di reperti artistici e di statue dal grande valore storico, così come il rogo di libri e l’abbattimento di una parte della cinta muraria di Ninive, l’antica capitale assira alla periferia dell’odierna Mosul.