Ankara, 28 mar. (Adnkronos/Afp) - La Turchia ha intensificato la repressione delle proteste antigovernative, arrestando l'avvocato del sindaco di Istanbul incarcerato e prendendo di mira un numero maggiore di giornalisti, mentre il Paese affronta la più grande ondata di disordini degli ultimi dieci anni. Nove giorni dopo l'arresto e la successiva incarcerazione del popolare sindaco dell'opposizione di Istanbul, Ekrem Imamoglu, i dimostranti sono nuovamente scesi in piazza ieri sera, nonostante un crescente senso di paura.
Durante la notte, la polizia ha fatto irruzione in altre case e Imamoglu, considerato il più grande rivale politico del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che il suo avvocato Mehmet Pehlivan era stato "arrestato per motivi fittizi", in un post su X pubblicato tramite il suo team legale. "Come se il colpo di stato contro la democrazia non bastasse, non possono tollerare che le vittime si difendano. Il male che una manciata di incompetenti sta infliggendo al nostro Paese sta crescendo", ha scritto il sindaco. "Liberate immediatamente il mio avvocato!".
Non è chiaro per quali motivi Pehlivan sia stato arrestato, ma l'emittente televisiva di opposizione Halk Tv ha affermato che l'arresto è legato ad accuse di "riciclaggio di beni derivanti da un reato". Successivamente è stato rilasciato a condizione che non lasciasse il Paese. Nel frattempo, l'Ordine degli avvocati di Istanbul ha affermato che tra il 22 e il 25 marzo sono stati arrestati 20 minorenni con l'accusa di aver violato il divieto di protesta. Sette di loro, si legge, sono ancora in custodia.
La risposta repressiva della Turchia alla peggiore ondata di disordini di piazza dal 2013 è stata duramente condannata dai gruppi per i diritti umani e ha suscitato critiche dall'estero. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha espresso preoccupazione per la gestione delle proteste da parte di Ankara e il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato i suoi "attacchi sistematici" contro le figure dell'opposizione e la libertà di riunione.
La polizia ha arrestato due giornaliste turche durante un blitz nelle loro abitazioni all'alba, ha riferito il Sindacato dei giornalisti turchi (Tgs) su X. "Un altro raid all'alba. Due dei nostri colleghi che stavano seguendo le proteste di #Sarachane sono stati arrestati", si legge, riferendosi al nome del distretto in cui si trova il Municipio di Istanbul. "Lasciate che i giornalisti facciano il loro lavoro! Fermate queste detenzioni illegali!" ha affermato il sindacato. Anche il giornalista svedese Joakim Medin è stato fermato mentre arrivava nel Paese per seguire le manifestazioni, hanno dichiarato il ministro degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard e il suo quotidiano Dagens Etc.
Poche ore prima, le autorità avevano rilasciato l'ultimo degli 11 giornalisti arrestati durante i raid di lunedì all'alba per aver seguito le proteste, tra cui il fotografo dell'Afp Yasin Akgul. "La decisione di mettermi in prigione è stata presa nonostante la mia identità di giornalista fosse nota e fossero state fornite prove per dimostrarla", ha dichiarato Akgul dopo la sua liberazione, avvenuta giovedì. "Spero che nessun altro giornalista si trovi ad affrontare una situazione come questa. Ma purtroppo temo che in Turchia continueranno gli atti arbitrari per mettere a tacere i giornalisti e impedir loro di fare il loro lavoro".
Mercoledì le autorità turche hanno trattenuto il giornalista della Bbc Mark Lowen per 17 ore prima di espellerlo perché ritenuto "una minaccia per l'ordine pubblico", ha fatto sapere l'emittente. In una dichiarazione rilasciata ieri sera, la direzione delle comunicazioni della Turchia ha affermato che Lowen era stato espulso "a causa della mancanza di accreditamento". Nella sua prima dichiarazione sulle proteste, la Gran Bretagna ha affermato di aspettarsi che Ankara garantisca "lo stato di diritto, compresi processi giudiziari tempestivi e trasparenti", ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri. Ieri, l'organismo di controllo dell'emittenza televisiva turca Rtuk ha imposto un divieto di trasmissione di 10 giorni anche al canale televisivo dell'opposizione Sozcu, evidenziando presunte violazioni legate all'incitamento "all'odio e all'ostilità".