Ulteriore rinvio per lo sblocco dell'ultima tranche di aiuti, a una settimana dalla scadenza di fine giugno entro cui Atene deve versare 1,6 miliardi al Fondo monetario. Ora si spera che la firma arrivi al vertice dei capi di Stato Ue di giovedì. I mercati credono in un esito positivo e dalla Bce arriva altro ossigeno alle banche elleniche
Fumata grigia e tutto rimandato a giovedì, quando è in calendario un summit tra i leader della Ue che sarà preceduto mercoledì da un Eurogruppo. Non è stato risolutivo il vertice dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, che si è riunito a Bruxelles per cercare un’intesa sullo sblocco dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi alla Grecia. Ma i vertici dell’Unione sperano in una conclusione entro la fine della settimana. Del resto mancano solo otto giorni al 30 giugno, quando scade il secondo programma di salvataggio e Atene deve rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale pena il default. E il Paese quei soldi non li ha: potrà far fronte alla scadenza solo se i creditori concederanno altri prestiti. Non per niente il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, arrivando al summit sulla crisi, ha avvertito che “le strategie devono finire, dobbiamo mettere fine a questo gioco d’azzardo politico” perché “il tempo sta scadendo, non solo per la Grecia ma per tutti noi. Abbiamo solo una settimana prima che l’attuale programma scada e questo significa che le strategie devono finire, dobbiamo fare tutto il possibile per rispettare tutti i contribuenti europei”.
“Le proposte greche sono un passo accolto con favore, ma serve altro lavoro con le istituzioni”, ha annunciato al termine della riunione il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. “L’Eurogruppo si riunirà di nuovo in settimana, ci serve un accordo nei prossimi giorni”. Anche secondo il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, da Atene è arrivata “finalmente” una proposta che rappresenta una “base solida e globale” per un accordo, ma “c’è ancora del lavoro da fare”. Sulla stessa linea il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che contano di “raggiungere un accordo in settimana”, anche se non sarà facile” e “abbiamo ancora un lungo percorso da fare”. In serata i capi di Stato dei Paesi dell’Eurozona si sono visti per discutere le “linee politiche” su cui costruire l’accordo finale. Intanto, ad Atene, migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento per manifestare in favore dell’accordo con i creditori.
Otto giorni al possibile default. Ma i mercati sono ottimisti – Nonostante il nuovo rinvio, le Borse europee hanno archiviato la seduta in positivo, con Atene maglia rosa: ha guadagnato il 9,6%. Bene anche il mercato obbligazionario: i rendimenti dei titoli di Stato greci a dieci anni sono scesi all’11,1% contro il 12,6% di venerdì, mentre i tassi di interesse sui bond biennali, che due sedute fa avevano raggiunto il 30%, è sceso al 24%.
Schäuble: “Nessuna proposta di sostanza da Atene” – “Nei giorni scorsi sono stati fatti progressi ma non ci siamo ancora”, aveva avvertito in mattinata il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Sulla stessa linea la cancelliera tedesca Angela Merkel, che aveva definito “improbabile” una decisione formale sulla possibilità di fornire ulteriori aiuti alla Grecia, aggiungendo però che “ci sono ancora molti giorni nella settimana in cui possono essere prese delle decisioni”. Peraltro il suo ministro delle Finanze, il “falco” Wolfgang Schäuble, ha sminuito la portata delle nuove misure presentate da Atene domenica affermando che “non c’è niente di nuovo, non abbiamo ricevuto proposte di sostanza dalla Grecia e non si può preparare un summit senza di esse”. Secondo Schäuble “nel fine settimana gli incoraggiamenti pubblici hanno creato molte aspettative senza che ora possiamo raccoglierne” i frutti.
Posizioni vicine, ma serve volontà politica – Tsipras, al solito, ha ostentato fiducia. “E’ arrivato il tempo di una soluzione sostanziale”, ha auspicato arrivando nella capitale belga per l’incontro con i rappresentanti della ex troika, cioè Bce, Fondo monetario internazionale e Commissione europea, in vista dell’Eurosummit convocato per le 19. La Grecia deve “ritornare alla crescita all’interno della zona euro”, ma “con la giustizia sociale e la coesione“. Le posizioni del governo ellenico e dei creditori appaiono più vicine che mai, ma quello che è conta sono la volontà politica di arrivare a un’intesa e i termini in cui l’accordo verrà presentato ai cittadini greci e agli europei che al Paese hanno prestato 190 miliardi di euro.
La Bce tiene a galla le banche – Dalla Banca centrale europea è intanto arrivata una nuova boccata di ossigeno. L’Eurotower ha deciso di aumentare di altri 1,3 miliardi, potandola a 87,2, la liquidità di emergenza (Ela) a disposizione degli istituti. Che la scorsa settimana hanno subito deflussi di depositi per oltre 4 miliardi di euro a causa del timore che il governo possa introdurre da un momento all’altro controlli al movimento dei capitali. Lunedì, secondo il Financial Times, è stato prelevato almeno un altro miliardo di euro mentre tra venerdì e domenica ci sarebbero stati prelievi per 2 miliardi. Il quotidiano della City, citando una fonte bancaria, scrive inoltre che le banche greche hanno imposto un tetto non ufficiale di 3mila euro al giorno ai prelievi effettuati agli sportelli.