Da martedì 23 giugno non perdetevi il Fatto Quotidiano. Alla prima occhiata, stenterete a riconoscerlo: abbiamo deciso di cambiare la grafica con un nuovo progetto del nostro Fabio Corsi, che mantiene lo spirito di quella disegnata in origine da Paolo Residori, ma la aggiorna ai tempi che cambiano e alle nuove esigenze che – nella ricerca di mercato e in tante lettere e email – voi lettori ci avete rappresentato.
Ci avete chiesto un giornale meno urlato e più agile, ordinato, sintetico e leggibile (anche per le dimensioni dei caratteri). Il Fatto resta il Fatto, con i suoi principi ispiratori e le sue battaglie che il nostro primo direttore Antonio Padellaro ha incarnato alla perfezione e continua a rappresentare con la sua presenza quotidiana. L’intransigenza e lo stile critico e scanzonato insieme sono la nostra forza e non vi rinunceremo mai. Ma la politica è sempre meno centrale nella nostra vita e dobbiamo prenderne atto, uscendo sempre più dal Palazzo e aprendoci a ciò che di nuovo ci offre la società. Sperimentando – se ci riusciremo – un linguaggio meno gridato: per dire le stesse cose, con lo stesso rigore, ma in forma più serena. Per questo ci stiamo arricchendo di nuove firme e di nuove rubriche. Dedicheremo più spazio alla cronaca dalle città, alle analisi, ai commenti, ai confronti di idee, al costume, andando a cercare quei personaggi nuovi e positivi che incredibilmente ancora popolano quest’Italia ripiegata su se stessa.
La politica sarà sempre al centro dell’attenzione, ma solo quando avrà un’incidenza sulla nostra vita: le chiacchiere politichesi e i finti retroscena (in un panorama dov’è sparita persino la scena) non fanno per noi. Le pagine dei commenti e delle lettere avanzeranno al centro del giornale, per dare più valore a quello che voi lettori avete da dirci e a quello che noi giornalisti vogliamo comunicarvi. I fatti saranno ancor meglio separati dalle opinioni, col ritorno del carattere corsivo e con altre soluzioni grafiche (e infografiche) che scoprirete strada facendo. Molti lettori, soprattutto quelli saltuari, ci chiedono di guidarli alla lettura, senza dare nulla per scontato e aiutando anche chi si accosta al Fatto per la prima volta a sentirsi a casa propria, per sapere e capire subito ciò che è importante, anzi indispensabile. Il nostro sarà un giornale-Tomtom, una specie di navigatore satellitare quotidiano per consentire a chi sale a bordo all’improvviso di trovare subito la strada. La nostra speranza è che quel gesto bellissimo ma sempre più problematico di uscire di casa e di andare in edicola a comprare il “nostro” giornale diventi contagioso: noi non ci rassegniamo a quella che troppo pigramente è stata definita “la crisi della carta”. I nuovi lettori andremo a cercarli uno per uno, anche con incontri nelle città, nelle scuole, nelle università, presso le tante associazioni che ravvivano l’Italia.
E qualche vecchio lettore che s’è perso per strada magari ritroverà gli stimoli perduti per tornare a leggerci. Aiutateci a passare parola a tutti quelli che vogliono un’informazione libera (il nostro slogan è “L’indipendenza dà dipendenza”). Ma soprattutto scriveteci quello che vi piace e quello che non va. Il cantiere è aperto. A tutti.