La trasmissione La Zanzara su Radio24, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, è stata condannata dal Tribunale civile di Milano, che ha convalidato la “cancellazione dell’audio da ogni archivio e link” della telefonata mandata in onda a febbraio 2014 tra un finto Nichi Vendola (interpretato dall’imitatore Andro Merkù) e il vero pd Fabrizio Barca, convinto di parlare col leader di Sel.
Ad avanzare la richiesta i legali di Barca, ex ministro del governo Monti, e il Garante della privacy. Secondo il tribunale, con la chiamata andata in onda, ‘”i giornalisti, tramite l’imitatore telefonico, non si sono limitati a celare la propria identità, ma si sono attribuiti – artificio vietato dalle norme – identità di una determinata persona” “in rapporto privilegiato con l’interlocutore” “allo scopo di ottenere informazioni riservate“‘.
Nel corso della registrazione, l’esponente dem aveva rivelato che dietro alla sua candidatura a capo dell’Economia (poi rifiutata) dell’esecutivo guidato da Renzi c’erano le pressioni di Carlo De Benedetti, “padrone di Repubblica“. Confidenze fatte da Barca nella convinzione di essere al telefono con un interlocutore conosciuto, mentre in realtà si trattava di una registrazione radiofonica. E chi era dall’altra parte del telefono non era Nichi Vendola. Il tribunale osserva che “l’interesse pubblico alla conoscenza di fatti di rilievo collettivo, va tutelato e perseguito nel rispetto del trattamento dei dati personali, e non può rappresentare un’esigenza superiore in nome della quale acquisire e trattare dati personali in spregio delle regole che disciplinano l’attività giornalistica”.
Secondo Radio 24, però, senza quella finta telefonata sarebbe stato impossibile carpire le dichiarazioni intorno alle presunte pressioni di De Benedetti su Barca. Ma secondo il giudice, l’emittente “non ha spiegato perché queste informazioni non avrebbero potuto essere svelate attraverso un’inchiesta condotta nel rispetto dei principi di correttezza“.