La discografia si sta riorganizzando dopo la grande confusione degli anni Duemila, con la pirateria e Internet. Il live ne ha beneficiato, perché gli artisti ormai non hanno nella vendita dei dischi l'entrata economica maggiore e organizzano un tour quasi ogni anno
Responsabile comunicazione di Vivo Concerti, Marcello Marabotti ha il polso della situazione della musica live in Italia come pochi altri. Tra interazioni sempre più indispensabili con il Web e necessità crescente degli artisti di organizzare sempre più tournée, ecco che anche i dischi prodotti ormai sono pensati principalmente per la dimensione live. E poi, immancabili, i consigli per l’estate: da Paolo Nutini ai Muse, passando per Linkin Park, Damien Rice e Florence.
Che momento è per la musica live in Italia?
È un momento esplosivo. Il live ormai è l’unico vero grande momento di interazione e condivisione tra artisti e fan, che grazie alla tecnologia si è sviluppato ancora di più. È un momento di svago e divertimento, il coronamento del sogno della condivisione di un interesse musicale.
Cosa ha fatto e cosa può fare il web per aiutare il settore?
È una caratteristica e un’opportunità fondamentale. Io sono stato fortunato perché Vivo Concerti ha da sempre una visione orientata al web. Abbiamo sempre tenuto un occhio vigile sulle nuove tecnologie e stiamo cercando di lavorare sempre più a stretto contatto con partner come Facebook, Twitter, Spotify. Lo scorso anno abbiamo realizzato un progetto molto interessante con Subsonica e Google, con interazione tra band e fan sia prima che durante il concerto.
Non abbiamo nessuna paura che il Web possa danneggiare il live. Anzi, stiamo lavorando per mostrare alle persone quanto più possibile del concerto che promuoviamo.
Il live conta ancora di più in un periodo così difficile per le vendite di dischi?
In questo momento la discografia ti porta a un ascolto molto personale e solitario, con il concerto succede esattamente il contrario. È una festa. Ovviamente, ora la discografia si sta riorganizzando dopo la grande confusione degli anni Duemila, con la pirateria e Internet. Il live ne ha beneficiato, perché gli artisti ormai non hanno nella vendita dei dischi l’entrata economica maggiore, quindi organizzano tour quasi ogni anno, passando anche tre o quattro volte dallo stesso paese. E poi gli artisti ultimamente producono dischi già molto orientati verso il live. Basti pensare all’ultimo lavoro dei Muse, che dal vivo ha una potenza impattante.
Quanta comunicazione c’è nel successo di un evento live?
Noi non finiamo mai di fare comunicazione. Per noi il concerto non è l’unico interesse. Lavoriamo sull’artista, sul suo posizionamento, e lo facciamo in tutti i canali: Facebook, Twitter, Instagram, Google.
È un lavoro che ci ha permesso di ottenere risultati enormi in termini di like e followers. In Italia, tra i promoter, siamo gli unici che fanno questo tipo di lavoro. Abbiamo un progetto editoriale che parte dall’annuncio delle date e continua nei giorni che ci separano da un concerto ma anche nei giorni successivi. Lavoriamo molto anche sull’uscita discografica. L’evento è solo il coronamento di un percorso.
Quali sono i concerti da non perdere quest’estate?
Sicuramente Paolo Nutini, che domani inizia il minitour italiano da Trieste e che poi rivedremo a luglio. Abbiamo lavorato molto su Nutini: lo scorso anno abbiamo fatto una diretta radio da Roma che ha cambiato il suo percorso in Italia. A novembre poi ha fatto sold out al Forum con un concerto fantastico.
Poi Muse e Linkin Park, a Roma, ma sarà stupendo anche Damien Rice a Villafranca, in una cornice molto adatta a quest’artista. Poi il ritorno degli Interpol e adesso abbiamo annunciato anche Florence, con una risposta incredibile da parte del pubblico.