Il collaboratore di Vannoni prometteva "terapie innovative" contro malattie neurodegenerative, dietro compenso. L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Coinvolte altre quattro persone. Il precedente del patteggiamento di un anno e 9 mesi nel processo contro di Torino
Somministrava, dietro il pagamento di ingenti somme di denaro che arrivavano fino a 13mila euro “terapie innovative” contro malattie neurodegenerative. Per questo è stato arrestato ed è finito ai domiciliari Marino Andolina, medico triestino già coinvolto nella vicenda Stamina. Insieme a lui sono finite in manette altre quattro persone, tra cui un chirurgo plastico bresciano.
L’inchiesta è della procura di Brescia e l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti di soggetti vulnerabili, identificati in circa trenta pazienti tra cui anche bambini, affetti da gravi malattie tra le quali Sla, Sma e leucemia. Ai pazienti veniva presentata una terapia, effettuata poi presso uno studio di Brescia ma anche in albergo, fondata sul trattamento di cellule staminali ricavate attraverso l’utilizzo di tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione.
Marino Andolina è stato già coinvolto nel processo Stamina, il metodo di cura teorizzato da Davide Vannoni considerato privo di validità scientifica dalla Cassazione. Andolina, braccio destro dello stesso Vannoni, ha patteggiato una pena di un anno e nove mesi.