L’appoggio del gruppo di hacktivist è arrivato sotto forma di un post su Facebook, nel quale Anonymous invita tutti a sostenere e contribuire alla crescita del nuovo progetto Minds.com (www.minds.com), un social network che rompe radicalmente le regole seguite da Facebook e soci per offrire uno spazio in cui il primo valore è la tutela della privacy. E a guardare l’ambiente messo in piedi dagli sviluppatori di Minds, si capisce subito il perché. Il sito, strutturato come un classico social network con il sistema degli “amici” (ma nella versione inglese sono indicati come subscribers) e la possibilità di pubblicare commenti, link, foto e video.
A differenza di quanto accade su Facebook, però, già al momento della registrazione compare un avviso che annuncia “Gli account anonimi a noi vanno bene”. Una scelta coerente con la filosofia del sito, che esclude di trarre ricavi dall’uso delle informazioni pubblicate dagli iscritti e addirittura mette a disposizione un sistema di chat con crittografia che protegge i messaggi da qualsiasi intrusione, anche da parte delle agenzie governative. Una funzione che farà felici gli utenti che hanno a cuore tutela della privacy e sicurezza, al pari della possibilità di impostare un sistema di autenticazione a due fattori per proteggere il proprio account attraverso un codice aggiuntivo che viene inviato via sms ogni volta che qualcuno prova ad accedere da un computer diverso da quello che si usa di solito. Uno strumento che Facebook ha introdotto solo da qualche tempo e che fatica ancora a sfondare tra gli utenti del social creato da Mark Zuckerberg.
Il cambio di prospettiva, però, non riguarda soltanto privacy e sicurezza. Gli ideatori di Minds hanno messo a punto anche un sistema che premia gli utenti più attivi, offrendo loro una sorta di credito che possono utilizzare per dare visibilità ai loro contenuti, che sono pubblicati in una sorta di spazio pubblico accessibile a tutti. Diversa anche la gestione dei contenuti stessi e non solo perché oltre al classico “mi piace” è presente anche un pollice verso per indicare il proprio dissenso nei confronti del contenuto, ma anche per la logica stessa della condivisione. Se Facebook si è tirato dietro infinite polemiche per l’ambiguità delle sue condizioni d’utilizzo proprio in tema di titolarità dei diritti di quanto pubblicato, con Minds le cose sono estremamente chiare: nella filosofia ispirata all’Open Source, gli utenti sono i soli responsabili (e proprietari) di ciò che pubblicano. Di più: alcune funzioni, come la piattaforma per la creazione di un blog interno al social network, prevedono già la possibilità di assegnare una licenza (tra cui GNU e i vari Creative Commons) ai contenuti, rendendo decisamente più trasparente la gestione di quanto pubblicato su Minds.
E i costi di gestione? Stando a quanto riportato nei termini d’utilizzo, l’unica fonte di guadagno su cui potrà contare Minds saranno i servizi aggiuntivi, come l’hosting di siti e spazi a pagamento. Il tutto dovrebbe avvenire attraverso la formula dell’abbonamento mensile, con un sistema di redistribuzione dei profitti che potrebbe invogliare molti utenti a procacciare attivamente clienti paganti. Minds, infatti, promette di versare il 50% dei ricavi agli utenti che vengono espressamente indicati come “mediatori” da chi si iscrive ai servizi a pagamento. Resta da vedere quali sono i reali vantaggi degli upgrade offerti da Minds. Considerato che per il momento è ancora in versione Alpha, probabilmente per capirlo bisognerà aspettare qualche tempo. Da ciò che si vede per il momento, però, il social network che piace ad Anonymous ha delle enormi potenzialità.