Lunga serie di contestazioni. Dalla mancata informazione sulle assunzioni ai criteri applicati. Rilievi anche sui contratti proposti ai redattori. Che non rispecchierebbero la normativa nazionale. Contatti diretti anche con i giornalisti riassunti: "Condotta sanzionata dallo Statuto dei lavoratori"
Parte male, anzi malissimo l’avventura della nuova Unità, uscita prevista per il prossimo 30 giugno. Una durissima lettera, a quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, è stata infatti spedita all’amministratore della società editrice (Unità S.r.l.) Guido Stefanelli e al direttore scelto per la nuova avventura in edicola, Vladimiro Frulletti, dal comitato di redazione (Cdr), l’organo sindacale dei giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Materia del contendere, le procedure seguite da proprietà e direzione per le assunzioni dei giornalisti (27 in tutto su un vecchio organico di quasi 60 persone) e non solo.
Il comitato di redazione contesta per cominciare il comportamento adottato dall’editore (una quota della società editrice, pari al 19,6 per cento, fa capo al Partito democratico tramite la fondazione Eyu) in relazione al “programmato affitto (e successivo eventuale acquisto) del ramo d’azienda editoriale di NIE”, la vecchia editrice in liquidazione. In particolare, lamenta il sindacato, va denunciato il metodo con cui l’azienda ha “proceduto alla selezione del personale chiamato a continuare l’attività uscendo dalla cassa integrazione, nonché la mancanza di informazione al sindacato sull’esito dei colloqui”. E tutto questo malgrado le sollecitazioni più volte inoltrate dallo stesso Cdr.
L’assoluto silenzio della società su questo punto, sarebbe “stato rotto soltanto dalla trasmissione via pec ai singoli giornalisti selezionati del testo del contratto da sottoscrivere, testo che a sua volta suscita numerose e gravi perplessità“, mentre nessuna comunicazione sarebbe stata inviata “a coloro che resterebbero esclusi dalle selezioni”.
Non basta. Il testo contrattuale trasmesso, fa sapere il Cdr all’amministratore Stefanelli “non si concilia con il contratto collettivo nazionale di lavoro giornalisti perché non indica le mansioni da svolgere, e quanto alla parte economica applica un metodo forfettario di dubbia legittimità“. In più, prosegue la lettera, “per i giornalisti della sede di Milano non rispetta quanto previsto dall’accordo sindacale nell’ultima versione, della quale peraltro nemmeno si fa menzione nel testo della lettera di assunzione”.
Questioni troppo importanti per passare inosservate. E che, scrive ancora il Cdr, obbligano lo stesso a “sottoporre l’intera vicenda e il testo del contratto proposto alla valutazione della Fnsi e delle associazioni stampa locali“, anche al fine di “verificare se si configuri nel comportamento di codesta società una condotta antisindacale“.
Altro fronte caldo della controversia sollevata nella lettera del Cdr le modalità con le quali sarebbero state portate aventi le trattative con i giornalisti.
Sembrerebbe infatti, a quanto scrive il Cdr, che alcuni redattori “abbiano ricevuto informazioni dirette, ed anzi abbiano intrecciato persino contatti diretti con la società, all’insaputa dei rappresentanti dei giornalisti”. Un modo di procedere inaccettabile: “Non occorre ricordare”, si dice infatti nella lettera, “che la trattativa diretta con i lavoratori”, su questioni che “avevano formato oggetto di trattativa sindacale, può costituire condotta antisindacale sanzionata dall’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori”.
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio stampa Piesse:
In merito alla pubblicazione da parte del Cdr de l’Unità della corrispondenza privata intercorsa tra la società editrice de l’Unità srl e la rappresentanza dei lavoratori, precisiamo che l’accordo sindacale sottoscritto il 10 giugno è stato approvato con una larga maggioranza dell’assemblea dei redattori de l’Unità. Si tratta di un accordo migliorativo rispetto a quello sottoscritto dal Cdr lo scorso marzo, con la previsione di assunzione di ulteriori 4 giornalisti.
La società editrice è impegnata da molti mesi nell’operazione di salvataggio della testata storica de l’Unità e dei livelli occupazionali dei lavoratori. Il giornale era stato chiuso lo scorso agosto lasciando a casa 83 lavoratori diretti e altre decine indiretti. Oggi l’Unità, il cui ritorno in edicola è prevista per il prossimo martedì, assume 33 lavoratori di cui 29 giornalisti. Comprendiamo lo stato di difficoltà per tutti quei lavoratori che, almeno in questa prima fase, sono rimasti fuori dal piano di assunzioni ma che, come previsto dall’accordo sindacale, avranno la priorità in caso di nuove assunzioni nei prossimi 18 mesi. Siamo convinti della bontà della nostra azione, degli investimenti fatti per l’Unità e siamo certi che presto anche il sindacato interno dei lavoratori potrà convenire sulla positività della nostra azione.
Ufficio stampa Piesse
La risposta di Antonio Pitoni:
Ilfattoquotidiano.it si è limitato a dare notizia della lettera del Comitato di redazione. La rettifica richiesta da Piesse/L’Unità non smentisce l’articolo. I cui contenuti confermiamo.
Aggiornato da Redazione Web il 23 giugno 2015 alle ore 13.47