All’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, per la prima volta in Europa, è stato messo a punto un test diagnostico avanzato per l’analisi di questa popolazione microbica intestinale, che gli esperti definiscono “microbiota”
Il corpo umano è colonizzato da un esercito di cellule aliene. Un organismo nell’organismo. Sono miliardi di batteri. Dieci volte più numerosi delle cellule del corpo, pesano complessivamente quasi 1,5 chili, come il cervello, e abitano prevalentemente nell’intestino. Considerati un tempo solo sinonimo di malattie, oggi sono ampiamente rivalutati dagli studiosi.
All’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, per la prima volta in Europa, è stato messo a punto un test diagnostico avanzato per l’analisi di questa popolazione microbica intestinale, che gli esperti definiscono “microbiota”. È una sorta di super mappa, genetica e biochimica insieme, dell’ecosistema batterico dell’apparato digerente, messa a disposizione soprattutto dei pazienti più giovani, per la cura di patologie gastrointestinali e metaboliche. “Ogni cambiamento dell’equilibrio della popolazione batterica intestinale influisce significativamente sull’andamento di molte malattie, come l’obesità, gli stati allergici e le sindromi infiammatorie – spiega una nota dell’ospedale pediatrico della Santa Sede -. I batteri agiscono, infatti, lungo un ideale asse intestino-cervello, come barriera contro i microrganismi patogeni, e regolano l’assorbimento dei nutrienti, la produzione di energia e lo sviluppo del sistema immunitario”.
Secondo uno studio irlandese condotto da un team di scienziati dell’University College di Cork, e pubblicato su “Molecular Endocrinology”, il microbiota intestinale si comporta come un vero e proprio organo endocrino virtuale, rilasciando nel torrente sanguigno una serie di mediatori chimici e neuromodulatori, in grado di influenzare l’attività di organi distanti, a partire dal cervello. E lo fa in un modo unico, diverso da individuo a individuo. Il microbiota è, infatti, come una carta d’identità dell’organismo: una firma specifica, proprio come il Dna.
I ricercatori del Bambino Gesù hanno approfondito le attuali conoscenze sulla popolazione microbica umana, disegnandone un quadro complessivo che descrive, ad esempio, quali specie la compongono e come questi batteri interagiscono tra loro, modificandosi in rapporto allo stato di salute o di malattia dell’organismo. Una messe di dati fondamentali per ristabilire, attraverso la dieta, o persino un trapianto della flora batterica, eventuali alterazioni nell’equilibrio della popolazione dei microbi intestinali. “La dieta, e in particolare quella mediterranea – affermano gli studiosi del Bambino Gesù -, ha, ad esempio, un ruolo molto importante nella modulazione dei batteri che vivono nel nostro organismo. Per questo motivo – concludono gli esperti dell’ospedale capitolino, – può essere considerata a tutti gli effetti come una terapia”.