Cultura

La prima sigla allucinogena, i quadri geniali, la fotografia televisiva: Danilo Marabotto, professione sognatore

Direttore della fotografia di giorno - ha disegnato le luci di dozzine di programmi di lirica, ma anche di "Che tempo che fa" prima di essere sostituito (senza un "grazie!", né un perché ) appena la trasmissione venne data in appalto – di notte Marabotto abbina la passione della pittura alle sigle animate

di Mimmo Lombezzi

Si vede Walter Chiari che, in un famoso sketch sulla sua dipendenza dai farmaci, rifilmato e rimontato, fa mille facce scimmiesche in una savana, come Cita l’amica di Tarzan, e si vede Tatti Sanguineti nei panni di un professore di zoologia, che spiega e gesticola, mentre la colonna sonora rimodula una frase di Walter “In the shadow…”.
E’ la sigla di un documentario (1) sugli ultimi anni di Walter Chiari, realizzata da Danilo Marabotto, con una tecnica che, in un’era ossessionata dagli effetti speciali, è quanto di più artigianale si possa immaginare perché fatta di foto, di collages, di ‘riprese a passo uno’ e di disegni fatti a mano, animati cancellando e ridisegnando, come William Kentridge.
“Mi sono ispirato ai filmati didattici che ci infliggevano alle scuole medie – spiega Marabotto – si vede un professore, Tatti Sanguineti, che spiega l’Evoluzione dai primi protozoi sino a un ramo della medesima che diventa Walter Chiari. Poi c’è la fine dei grandi dinosauri. Perché questo era il tema che mi è stato chiesto dal regista del documentario, Gianpiero Rizzo: Walter Chiari come l’ultimo dei grandi dinosauri del cinema italiano”.

Direttore della fotografia di giorno – ha disegnato le luci dei programmi di Enzo Biagi, di dozzine di opere liriche, e anche di “Che tempo che fa“ prima di essere sostituito senza neppure un “grazie!”, appena la trasmissione venne data in appalto – Marabotto di notte abbina la passione della pittura alle sigle animate. E’ nata così anche “LSD”, la prima sigla allucinogena che ha realizzato per “Libri Senza Data”, la libreria antiquaria dei Navigli

“Accade tutto in una notte – racconta – quando la libraia, Emanuela Bigliotti, lettrice accanita, spegne la luce, la libreria si anima. Esseri e macchine di tutti i tipi svolazzano tra gli scaffali estraendo titoli di ogni genere come un libro di Timothy Leary aperto da un mostro a sei zampe. Alle immagini che ho trovato nei testi – è una specie di ‘notte delle illustrazioni’ – ne ho aggiunto altre che ho trovato in rete, come gli uomini in corsa di Muybridge, o le foto di Gino Paoli con Noschese. Emanuela mi ha indicato alcuni libri che voleva nel filmato, ad esempio“Scum” di M.Solanas. Era un famoso manifesto femminista, che nel filmato viene abbinato a due giovani arabi imbarazzati da un’odalisca che ‘evira’ le loro fantasie.

Ci sono i trattati di geografia di Strabone, un dizionario di Calepinus, le avanguardie artistiche degli anni’70, ma anche vecchie edizioni di “ABC” il settimanale scandalistico che fondò il Gossip. C’è Freud rappresentato come James Bond davanti a “L’origine della vita“ di Courbet e un vecchio trattato francese: “Il corsetto e i costumi” (“Le corset et les moeurs”) abbinato a due Casanova settecenteschi che spogliano e rivestono un manichino di donna. Le immagini dei Navigli sono ottenute montando una serie di foto come una sequenza di Google Map. Quando la notte finisce tutti i libri rientrano negli scaffali. La colonna sonora è stata fatta dal musicista Marco Manusso.”

La ‘radice’ delle immagini dipinte nelle sigle va cercata nei grandi quadri che Marabotto realizza a carboncino come “Battaglia navale di navi turistiche”. Il titolo originale è ‘Naval battle in Ballard bay’, ‘Battaglia navale nella baia di Ballard’ – dice Marabotto – perché la scena è ispirata a una sua intuizione. A una situazione, cioè, in cui la guerra, sospesa per motivi ideologici, viene esercitata per puro divertimento, per noia. Con maniacale precisione e tratto da ingegnere, ho ricopiato le navi dei depliant turistici. Si vedono esplosioni e fumo, ma non si vedono rottami o vittime, perché deve restare il dubbio che si tratti solo di ‘effetti speciali’”.

Un altro quadro, intitolato “L’ultima festa”, è una comica e spettrale rappresentazione della classe dirigente italiana della prima e seconda repubblica. Un gruppo di gentiluomini e gentildonne, con il bicchiere di champagne in mano, come nei ‘cafonal’ di Dagospia, guarda verso l’alto, stupefatto o sbigottito, come se un’improvvisa voce-off avesse annunciato che ‘la festa è finita’. Il pavimento, a scacchi, si avvita su se stesso implodendo. Tra il pubblico si riconoscono molti volti noti , della politica e della tv, da Andreotti a Vespa. Attoniti. Difficile dire se la voce off sia quella di Dio o della BCE….

(1) “In the Sahdow” è un documentario di Giampiero Rizzo. In lavorazione

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