Il terzo settore cammini sulle sue gambe e si allontani dall’assistenzialismo pubblico. E’ Achille Saletti, presidente dell’associazione Saman, a tracciare un primo bilancio di un mese di attività del nuovo locale: “Il motivo principale per l’apertura di questo posto è il reinserimento lavorativo delle persone che vivono a Saman". L’associazione Saman, da circa otto, anni affianca oltre al recupero e alla psicoterapia la ricerca del fare impresa sociale, il farsi imprenditori anche se nel contesto del no profit
Il terzo settore cammini sulle sue gambe e si allontani dall’assistenzialismo pubblico. E’ Achille Saletti, presidente dell’associazione Saman, a tracciare un primo bilancio di un mese di attività del nuovo locale Peter Pan, al parco Lambro di Milano, e ad azzardare nuove strade d’azione per una comunità che in quasi trent’anni ha lavorato alacremente nel recupero e nel reinserimento socio-lavorativo di soggetti tossicodipendenti, farmacodipendenti, alcooldipendenti ed in situazioni di grave marginalità sociale. “Anche se con fatica il Peter Pan ha iniziato la sua strada. Abbiamo rimesso in piedi una struttura del Comune con 250mila euro nostri, cioè senza aiuti del settore pubblico. Una cifra non da poco per un’associazione no profit. Siamo comunque già nel vivo della programmazione artistica e culturale. Difettiamo in comunicazione, ma miglioreremo”, spiega Saletti a FQMagazine. Un luogo in mezzo al verde con eventi musicali, letterari e cinematografici, una ristorazione che rispetta il vegetarianismo e il veganesimo, ma anche il chilometro zero e la massima che nulla va buttato: il tutto in un contesto che a livello simbolico fa tornare alla mente gli anni settanta. “Qui si consumò un evento epocale della controcultura giovanile. Anche se il concerto del 1976 oltre a rappresentare l’apice di quell’idea ne rappresentò, incrociandosi con la politica, anche il limite estremo. Dopo l’autoriduzione dei prezzi nei supermercati della zona, le giunte comunali non diedero più il parco per questi eventi e iniziò il suo declino che noi stiamo faticosamente cercando di rimettere in piedi”.
Dal 22 maggio 2015 al Peter Pan lavorano quattro persone: tre professionisti e un’ospite della comunità di Saman; dal 29 giugno inizieranno a lavorare anche altre due persone provenienti dalla comunità con una borsa-lavoro, senza dimenticare che nelle serate degli eventi si arriva circa ad una decina di occupati. “Il motivo principale per l’apertura del locale è il reinserimento lavorativo delle persone che vivono a Saman – continua Saletti – la cultura italiana legata al lavoro si è incattivita, il mercato del lavoro lascia solo vittime e non fa più prigionieri. Di conseguenza le persone che hanno delle fragilità fanno più fatica non tanto a trovare lavoro ma a resistere per un tempo prolungato nel proprio ruolo. Per molte persone che vivono a Saman anche un cazziatone al lavoro diventa problematico. Le due persone che iniziano tra una settimana lavoreranno 4 ore pulendo i locali, perché sappiamo che per loro una sofferenza psichica non da poco. Però meglio assegnare residuali competenze alle persone piuttosto che stare a casa ricevendo una pensione di invalidità”.
L’associazione Saman da circa otto anni affianca oltre al recupero e alla psicoterapia la ricerca del fare impresa sociale, il farsi imprenditori anche se nel contesto del no profit. Sono così nate una sala di registrazione musicale per i ragazzi a prezzi calmierati, uno spazio per convegni, lo shop Samana dove vengono vendute le ceramiche prodotte nella comunità, due latterie sociali che diventeranno sette entro il 2018 e il Peter Pan: “Abbiamo intrapreso questo cammino per il futuro pensando che le risorse pubbliche saranno sempre minori e soprattutto evolvendo in un nostro ragionamento che facciamo da tempo: se tu da organizzazione che assiste le persone ti fai assistere solo da finanziamenti pubblici tu stesso diventi un assistito. Oltretutto sappiamo bene dall’esperienza maturata in questi anni che quando si parla di reietti subentra il giudizio morale sulle persone e i filantropi scompaiono. Si affidano con più facilità le donazioni a qualche nome noto che appare in tv oppure se sei un prete”.
“La giunta Pisapia a Milano verso il terzo settore è stata molto più attenta di altre, cercando di invertire la tendenza – prosegue Saletti – il rapporto tra politica e terzo settore è diventato drammaticamente attuale nei suoi risvolti criminali con Mafia Capitale a Roma, quindi nella sua patologia, ma dobbiamo anche riflettere sul dato fisiologico: per la politica assistere organizzazioni si traduce spesso in rapporti clientelari. I grandi progetti nel terzo settore si facevano solo se finanziati dal pubblico, è ora di cambiare strada”.
Al Peter Pan mercoledì 24 giugno ci sarà una serata dedicata interamente ai 50 dei Beatles a Milano con l’intervento del discografico Luca Salvini, la proiezioni di immagini inedite dell’epoca e una cover band. Anche se la programmazione non si ferma: cinema all’aperto, concerti dedicati alla musica delle grandi città Usa (Chicago, Los Angeles, New York, New Orleans), poi ancora l’attività musicale diurna e all’aperto per i bambini: “Mi piacerebbe che al Peter Pan durante l’anno si organizzassero in maniera laica dei talk show dal vivo che non siano quelli televisivi, uno spazio dove far incontrate cittadinanza con alcuni personaggi che determinano politiche della città. Non dei comizietti del politico o del comitato di turno, ma qualcosa di più costruttivo”. A parte i prezzi “politici” della cucina, al Peter Pan è tutto rigorosamente gratis. www.peterpan.club