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Roma, Renzi: “Marino mi ha sfidato alla Festa dell’Unità e ora deve lasciare”

Secondo indiscrezioni che trapelano da Palazzo Chigi, riportate dal Corriere della Sera, il premier ha deciso: "Il sindaco non è in grado di proseguire", parole smentite dalla Presidenza del Consiglio. Ma l'opera di demolizione procede: dopo le dimissioni di Improta, assessore ai Trasporti, sono attese a ore quelle di Silvia Scozzese, titolare del Bilancio, entrambi renziani di ferro. Il primo cittadino potrebba cadere il 10 luglio, giorno in cui è attesa la presentazione della relazione del prefetto Gabrielli

Il sindaco ha due possibilità: o si commissaria il Comune, per corruzione e non per mafia, o si dimette. Matteo Renzi non lascia possibilità di scampa a Ignazio Marino. Secondo il Corriere della Sera, il premier lo ha detto chiaramente ai suoi: “Marino non è in grado di proseguire”. Palazzo Chigi smentisce, ma il messaggio (se ancora non fosse stato abbastanza chiaro) è arrivato. E l’operazione di demolizione va avanti.

Il pressing della Presidenza del Consiglio su Palazzo Senatorio continua asfissiante. L’avviso di sfratto al sindaco Renzi lo aveva dato il 16 giugno, davanti alle telecamere del suo salotto televisivo preferito: “Se sa governare governi, o vada a casa”, diceva senza mezzi termini il premier seduto sul divanetto bianco di Porta a Porta. Poi il Mef aveva fatto cadere sulla testa del “marziano” la tegola del presunto buco da 360 milioni causato dalla facilità con cui tra il 2008 e il 2013 la giunta Alemanno dispensava extra salariali ai 24mila dipendenti del Comune.

Ora le indiscrezioni che trapelano da Palazzo Chigi. “Lui mi ha sfidato alla Festa dell’Unità (quando il sindaco parlò della “destra senza vergogna” che dovrebbe “tornare nelle fogne” e del suo predecessore Alemanno che parlava di raccomandazioni con il Pd, ndr), vedremo chi la vince”, avrebbe sibilato il premier, forte della decisione presa dopo il ko alle Comunali di abbandonare il Renzi 2 per tornare al Renzi 1. Lui sì, una vera ruspa, altro che quella immaginaria invocata un giorno sì e l’altro pure dall’altro Matteo, quello della Lega: “Stiamo accelerando su tutto, perché siamo tornati alle origini, quello per cui la gente ci votava”.

E, poiché gli ultimi sondaggi condotti tra i romani spaventano Palazzo Chigi, non c’è tempo da perdere: “Nessun accomodamento, niente che sembri che noi abbiamo paura degli elettori”. Mafia Capitale brucia sulla pelle del Pd e il premier sa benissimo che le elezioni sono un rischio: con il centrodestra travolto dallo scandalo e il Pd nell’occhio del ciclone, il M5S rischia di fare il botto. “Ma Renzi non ha paura: “A un certo punto bisogna avere il coraggio di presentarsi a viso aperto davanti agli elettori”.

L’operazione di smantellamento (che neanche la Costa Concordia) è iniziata: lunedì ha confermato le proprie dimissioni Guido Improta, assessore ai Trasporti, renziano di ferro. Ed è atteso a ore l’addio di Silvia Scozzese, titolare del Bilancio, renziana ed elemento di collegamento tra la giunta capitolina e Palazzo Chigi. Un addio e mezzo che è più di un ennesimo avvertimento.

Il timing è tracciato e la dead line si avvicina: la fine della giunta Marino potrebbe arrivare attorno al 10 luglio. In quei giorni, scrive Il Messaggero, il prefetto Franco Gabrielli presenterà la sua relazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano, tre settimane prima della scadenza prevista dal Testo Unico sugli Enti Locali, e darà il proprio responso sullo scioglimento per mafia del Comune. Renzi non vuole nemmeno sentirne parlare e secondo il quotidiano romano si allontana anche l’ipotesi di commissariare il Comune per “persistenti violazioni di legge”. Sembra invece certo che la relazione metterà in evidenza il fatto che gli affari della cupola sono andati avanti per anni fino al 1° dicembre 2014, giorno precedente alla prima ondata di arresti.