“Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, per il suo bene dovrebbe dimettersi e poi presentarsi come candidato Pd alle prossime elezioni comunali anticipate“. Così Marco Travaglio, ribadendo il suo editoriale odierno su Il Fatto Quotidiano, si esprime sul primo cittadino della Capitale, durante Otto e Mezzo, su La7. “Marino è indubbiamente una persona onesta e corretta” – continua – “Anzi, cercavano di aggirarlo, e spesso ci riuscivano, quelli di Mafia Capitale. Non è vero però, come asserisce, che abbia scoperto il malaffare a Roma. Il merito è dei magistrati e dei carabinieri, che di solito sono gli ultimi a sapere. I politici radicati nel territori, anche se non è il caso di Marino che è stato paracadutato da un’altra città, sanno le cose molto prima dei magistrati“. E aggiunge, rivolgendosi al senatore Pd Stefano Esposito, ospite in collegamento: “Se chiedete a Esposito fuori microfono chi ruba e chi non ruba a Torino, lo sa benissimo. Marino senza dubbio ha fatto molte battaglie, ha detto dei no, ha nominato come assessore Sabella, che è al contempo dinamico e onesto, però il Comune di Roma va sciolto. E non perché Marino non sia onesto, né sciogliere il Consiglio comunale sarebbe la dimostrazione che il sindaco sia disonesto. Ma c’è un tessuto talmente inquinato nell’amministrazione e nei partiti romani che l’intera macchina comunale va azzerata“. Il direttore de Il Fatto Quotidiano osserva: “Non basta avere un sindaco perbene circondato da persone che cercano di fregarlo. Persone che non sappiamo fino a quando resteranno intonse da avvisi di garanzia. A Marino va data un’altra chance alle prossime elezioni, perché ora sta rispondendo di scelte fatte dai suoi predecessori”. Esposito sostiene che Renzi non abbia affatto scaricato Marino e aggiunge: “Io sono per aspettare la relazione del prefetto Gabrielli. E ogni sua diagnosi va accettata senza troppi piagnistei, anche se dice che il Comune va sciolto per infiltrazioni mafiose. Se così non fosse, Marino dovrebbe restare al suo posto e cambiare la giunta”. Poi difende il Pd, puntualizzando che il reato di associazione mafiosa è stato imputato al centrodestra e ad Alemanno
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