Moda e Stile

Eco-style, dalla moda al design l’imperativo delle nuove collezioni è avere un’anima ecologica

Una delle capostipiti di questa tendenza è la stilista Stella McCartney, vegetariana, animalista e promotrice di una moda amica dell’ambiente. Con il suo brand non usa solo cotone biologico ma cerca di stare attenta a tutti gli aspetti per un’azienda più sostenibile. L’eco-style fa proseliti anche nel mondo dello showbuisness: il versatile Pharrell Williams produce con la sua Bionic Yarn nuovi tessuti dalla plastica riciclata, la 25enne Emma Watson collabora con la linea di abbigliamento ecologico di People Tree

di Marilena Vinci

Dal notebook all’oggetto di design, dall’edilizia alla moda, dal matrimonio al funerale, l’eco-style diventa sempre più di tendenza. Che si tratti di oggetti ricavati da materiali naturali, riciclati o non più in uso, non ha importanza, l’unico imperativo è l’attenzione al pianeta. Così ad avere un’anima ecologica non sono più solo il cibo (bio o slow food) o le case ma anche la moda: abiti, scarpe e persino gioielli rispettano l’ambiente senza rinunciare al buon gusto e alle tendenze. I capi d’abbigliamento bio sono realizzati con cotone, canapa, utilizzano solo tinture naturali e prive di sostanze tossiche e chimiche.

Una delle capostipiti di questa tendenza è la stilista Stella McCartney, vegetariana, animalista e promotrice di una moda amica dell’ambiente. Con il suo brand non usa solo cotone biologico ma cerca di stare attenta a tutti gli aspetti per un’azienda più sostenibile. L’eco-style fa proseliti anche nel mondo dello showbuisness: il versatile Pharrell Williams produce con la sua Bionic Yarn nuovi tessuti dalla plastica riciclata e ha iniziato a collaborare con G-Star Raw per una linea di jeans realizzati con filati ottenuti dai rifiuti marini. Da qualche tempo la 25enne Emma Watson, meglio conosciuta come l’Hermione di Harry Potter nella fortunata saga cinematografica, collabora con la linea di abbigliamento ecologico di People Tree, marchio inglese che segue una politica eco-friendly e sostenibile. La Perla, Triumph, Adidas e Arena utilizzano per alcuni dei loro costumi e capi sportivi Econyl, ossia nylon non riciclato ma rigenerato al 100%, che mantiene le stesse identiche proprietà di un filato vergine. Anche un colosso dell’abbigliamento come H&M ha da anni una linea dedicata alla sostenibilità ambientale, la Conscious Exclusive che punta a ridurre l’impatto della produzione di abiti e accessori sul pianeta, di cui è testimonial per il 2015 l’attrice Olivia Wilde.

Non solo abiti, anche gli accessori si fanno eco-sostenibili: le scarpe del marchio portoghese Nae Shoes (“No Animal Explotation”) sono cruelty-free, non utilizzano la pelle ma non rinunciare al design, lo stile e l’alta qualità. Sughero, lino, cotone o altre microfibre ecologiche, i materiali alternativi con cui sono realizzate. Un’idea realizzata anche dall’ex leader della band No Doubt, Gwen Stefani, che dopo il debutto nel 2004 con la sua collezione L.A.M.B., si è ripresentata in passerella con una linea di scarpe vegane “Gx” nata in collaborazione con ShoeDazzle.

I teloni di tir e camion diventano delle borse con Freitag, che regala una seconda vita ai materiali usati provenienti dalla strada. Anche i gioielli possono diventare eco e, oltre ai preziosi realizzati con oro riciclato, esistono anche gioielli “ricchi di natura”, come quelli creati da Ceca Georgieva, artista bulgara che crea collane, braccialetti e monili, con foglie essiccate, ghiande e fili d’erba. Sono made in Italy, invece, i gioielli Etichic, che utilizzano esclusivamente metalli riciclati per non contribuire all’estrazione di materie prime dalle miniere, per cui si usano sostanze altamente nocive per l’Ambiente come cianuro e mercurio. La collezione di predilige l’ottone, che non solo ha un colore molto simile all’oro, senza averne il costo, ma è composto da una lega di rame e zinco dalle proprietà benefiche per la salute.

Ecologia e moda non vanno a braccetto solo nel quotidiano ma anche nelle occasioni più importanti: ecco allora che anche il giorno del matrimonio si tinge di verde pur non rinunciando all’eleganza: abito bianco in fibra di mais, anelli in oro riciclato e diamanti no-conflict, cioè non provenienti da zone di guerra. In Australia è stato creato da Nanollose il Dress Beer, ossia un vestito creato con lievito e luppolo. Le fibre sono molto simili al cotone dal punto di vista chimico ma, a differenza di esso, sono prodotte senza i costi ambientali del cotone. La carta degli inviti è riciclata e per l’intera durata dei festeggiamenti inquinamento e consumi vengono ridotti. Il banchetto nuziale è caratterizzato da decorazioni naturali e segue i dettami dello Slow Food; per il ricevimento si scelgono posti esclusivi ma non lontani da quello della cerimonia o si opta per un wedding pic-nic sempre con cibo organico. Il matrimonio eco-chic dimostra come anche i servizi più esclusivi possano essere eco-friendly ed è una conferma di come l’idea stessa di lusso si stia allontanando sempre più dalla cultura del consumo di prodotti artificiali, trovando nel ritorno alla Natura la principale fonte d’ispirazione.

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