Stop al Fair Play finanziario. Il Tribunal de Première Istance di Bruxelles ha parzialmente accolto il ricorso dell’avvocato Jean-Louis Dupont che ha deferito alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la parte della normativa che si riferisce al tetto massimo di deficit accumulabile dai club di calcio. Provvedimento sospeso, però, perché la Uefa, che con Michel Platini sostiene da tempo la necessità di una normativa sui bilanci delle squadre di calcio, si è appellata alla Corte anche per timore che una sospensione potesse creare problemi nell’applicazione delle sanzioni nei confronti delle squadre che hanno violato la norma.
La notizia, dunque, non risparmierà ai club europei sanzionati, tra cui anche Roma e Inter, il pagamento delle multe o l’applicazione delle penalità, ma blocca, di fatto, la seconda fase della norma e, in caso di inversione di rotta, potrebbe cambiare le strategie di mercato di molte società. Il Fair Play finanziario, infatti, era arrivato al secondo step che imponeva alle squadre dei campionati europei di chiudere i bilanci con un deficit massimo di 30 milioni di euro, contro i 45 della prima fase normativa. Una legge volta a favorire la crescita di società sane, la valorizzazione dei vivai e lo sviluppo di strategie di mercato mirate al pareggio di bilancio da sempre sostenuta dal presidente dell’Uefa, Michel Platini: “Il Fair Play finanziario resta – aveva assicurato pochi giorni fa – i club devono continuare a vivere secondo le loro possibilità”.
Opinione in contrasto con quella di Dupont che, dopo aver rivoluzionato il calcio con la sentenza Bosman del 1995 che ha permesso ai giocatori professionisti in scadenza di contratto di trasferirsi in un altro club senza l’obbligo di pagare il proprio cartellino, vuol mettere il suo nome su una nuova storica decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul calcio. Secondo l’avvocato, imporre un limite al deficit di una società di calcio contrasta con il principio della libera concorrenza e, quindi, il Fair Play finanziario è una norma che non può essere applicata.