Dopo le mani sul calcio, lo sceicco del Qatar intende mettere le mani anche sulla Formula Uno. La Qatar Sports Investments (QSI) sarebbe infatti disposta a offrire una cifra vicina agli 8 miliardi di euro per prendere il controllo della Formula One Group, che organizza i campionati di F1 e detiene i diritti commerciali del Circus. L’operazione sarebbe condotta da QSI insieme a RSE Ventures, una compagnia nata nel 2012 dall’incontro tra Stephen M. Ross – presidente della Related Companies, compagnia di real estate con un patrimonio immobiliare valutato in oltre 15 miliardi, e padrone della squadra di football americano dei Miami Dolphins – e Matt Higgins, ex vicepresidente esecutivo dei New York Jets ed ex ceo della Lower Manhattan Development Corporation, la discussa compagnia che si è occupata della gestione e ricostruzione di Ground Zero. Il passaggio di quote nelle mani della cordata qatariota-americana avverrebbe comunque con la precisa condizione di mantenere il boss Bernie Ecclestone ancora al suo posto di comando.

Il Formula One Group è un complicato sistema di holding con varie sedi nei paradisi fiscali messo in piedi negli ultimi venti anni da Ecclestone, la cui maggioranza è stata acquistata nel 2006 da CVC Capital Partners. Con gli anni poi CVC ha quotato il 30% della compagnia sulla borsa di Singapore – senza il successo che si sperava – e ha ceduto parte della quote ai fondi d’investimento Waddell & Reed, BlackRock e Norges Bank.

Tra mille guai anche giudiziari, ora CVC detiene la maggioranza delle quote del Formula One Group con il 35,5%, mentre il deus ex machina dell’intero movimento rimane Bernie Ecclestone con il suo 5%. L’offerta da 8 miliardi della cordata qatariota-americana sarebbe quindi per questo 40,5% complessivo. E secondo il Financial Times l’offerta sarà resa pubblica nelle prossime settimane. Il punto cruciale dell’operazione sarà una rinnovata gestione della vendita dei diritti televisivi, oggi punto dolente di una Formula Uno in piena crisi economica, e base da cui ripartire guardando ai mercati asiatici e statunitensi.

In America, che già aveva ospitato le gare in diversi circuiti da Dallas a Las Vegas, attualmente si corre ad Austin, Texas – quest’anno la gara è in calendario il 25 ottobre. E tra mille problemi dovrebbe nascere nei prossimi anni il circuito cittadino del New Jersey con lo skyline di Manhattan sullo sfondo. Nel golfo invece si corre già in Bahrain, una delle gare più contestate dal punto di vista del mancato rispetto dei diritti umani, dove quest’anno Raikkonen con il secondo posto è riuscito a infilarsi tra Hamilton e Rosberg, e ad Abu Dhabi per la gara di chiusura il prossimo 29 novembre.

Una terza gara dovrebbe essere esplicitamente proibita dagli accordi sottoscritti con Bahrain e Abu Dhabi, che versano alla Formula Uno circa 40 milioni di dollari per ospitare nei loro paesi la gara. Eppure, il probabile ingresso del Qatar nella proprietà del carrozzone imporrebbe la nascita di una nuova corsa sul Golfo. Questa dovrebbe vedere la luce per il 2017 o a Losail, dove già si corre la MotoGp dal 2004, ma su un nuovo circuito cittadino, oppure nella capitale Doha.

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