Sesto fiorentino – Si intrecciano i fili e le storie, le sedie di paglia dove sedersi per raccontare e raccogliere parole passate, favole, antiche e moderne. Si intrecciano i capelli che belle fanciulle lasciano cadere ai piedi di principi da torri altissime, per farli salire ed elevare fino alle loro labbra. Si intrecciano le vite, i respiri in un passaggio, un flusso, un legame tra chi sta sopra il palco e chi sotto a sentire, vedere, ca(r)pire.

Intrecci, in sole tre edizioni, sta diventando uno dei, se non il, più importante festival teatrale estivo della provincia di Firenze. Sempre più grande in termini di numeri e qualità, un mese intero, luglio, di una programmazione mai scontata che punta sulla tradizione, sull’attorialità e sulla messa in scena. Niente fumi e raggi laser, nessuna cosa strana, nessuna invenzione, nessun suono distorto tanto per fare gli originali a tutti i costi. Testo, attori, teatro: la triade.

Nella cornice di Villa Gerini a Sesto Fiorentino il Nexus Studio (leggasi Gisella Marilli. Programma completo su nexustudio.it) ha messo insieme dieci spettacoli con sei prime e laboratori di scrittura (con la drammaturga Chiara Guarducci, dal 20 al 31 luglio), di teatro comico (gratuita, con l’autore e attore Andrea Bruni, l’8 collegata al suo spettacolo ‘Il fantasierrismo A‘) e scherma (gratuita, di cappa e spada con il Maestro d’Armi Lucio Nugnes, il 20).

Ciro Masella
Ciro Masella

L’apertura è affidata al sempre più sulla cresta dell’onda e poliedrico Ciro Masella (che il 22 proporrà anche il suo cavallo di battaglia, da centinaia di repliche, ‘Novecento’), passato in questi venti anni da Castri a Ronconi, da Tiezzi a Massini, da Latini fino a Carrozzeria Orfeo, con il suo nuovo (farà rumore) ‘Che fine ha fatto Cenerentola?’ (1, 2, 3, 6, 7 luglio), su testo di Giacomo Fanfani, per andare a scovare nelle pieghe delle fiabe cosa sia davvero accaduto dopo che l’ultima pagina è stata girata, dopo il classico, mieloso e fasullo “e vissero tutti felici e contenti”, dopo la chiusura con ‘The End’, dopo che il matrimonio è stato suggellato, l’anello infilato e il bacio casto dato. E dopo? La felicità è un bene volatile, e soprattutto volubile: favole noir, contemporanee, pop.

Doppia programmazione serale, con una piece sull’ora del tramonto e un’altra in tarda serata. Così arriva ‘Il Fantasma di Canteville’, da Wilde, con Giada Medicheschi, trattato dalla regia di Masella (1, 2, 3 luglio), per poi passare a ‘La storia di Cyrano’ (dal 6 al 10 luglio) con tredici elementi guidati da Marco Predieri, adattatore, regista e capocomico: la storia del Teatro con la maiuscola e delle sue molteplici sfaccettature, dove tutto non è ciò che sembra, ma cambia, muta, si trasforma, prende vita e una direzione per poi, per magia e alchimia, divenire altro.

STEFANO-MASSINI
Stefano Massini

Nuova produzione anche quella targata Stefano Massini, da sempre affezionato al Nexus e che ha voluto mettere la sua prestigiosa firma (da quest’anno e per il prossimo triennio, consulente artistico dell’unico Teatro d’Europa italiano, il Piccolo di Milano) con ‘Before Hamlet’, dalla lunga tenitura, dal 15 al 31 luglio in varie date, per la regia di Dimitri Frosali dell’Arca Azzurra, dove si raccontano i retroscena del capolavoro shakespeariano, il non detto, il non scritto dal Bardo, quello che sta tra le righe, il dietro le quinte, gli antefatti, il prequel. Un grande gioco d’inventiva, un sontuoso divertimento letterario di rimandi e specchi, per capire che l’universalità di Amleto e soci si spinge ben oltre il tempo, lo spazio, la psicanalisi, i sentimenti. Tutto il prima che ha portato al fantasma del padre, a Gertrude e Claudio, a Laerte e Polonio e Ofelia, con una verniciatura di plausibile, una passata di assurdo per un incastro che esalta l’autore contemporaneo come quello seicentesco.

Altri titoli in cartellone: ‘Una tranquilla cena tra amici’ da Durrenmatt (9 e 10 luglio), ancora per la regia di Frosali, processo e intenzioni che si miscelano, responsabilità e condanne, il tutto scaturito da una banalità, un piccolo intoppo sull’incessante cammino, sulla strada che abbiamo tracciato davanti a noi, credendola certa, sicura, senza sbalzi né scossoni. E ancora ‘Presunzione’ (dal 13 al 17 luglio), regia di Edoardo Zucchetti, con due giovani, ma già esperti, protagonisti della scena toscana, Diletta Oculisti e Giacomo Bogani: un amore dubbioso dentro la quotidianità claustrofobica di una tenda canadese da camping. Due cuori e una capanna, senza sdolcinature da soap.

Chiudiamo con un autore nemmeno trentenne da una parte, Eugenio Nocciolini, allievo di Massini (quindi una certezza) che con ‘Il rumore del silenzio’, il 23, va a scavare su uno dei tanti omicidi-insabbiamenti della nostra bella democrazia, tra tangenti e piccoli pesci ingoiati dai grandi squali; dall’altra parte con un maestro di drammaturgia come Eric Emmanuel Schmitt e il suo ‘Piccoli crimini coniugali’, il 24, noir a conduzione familiare, mette sulla scena gli affiatati Maria Paola Sacchetti e Marcello Sbigoli, dove la realtà non è mai la versione che ci viene proposta in prima battuta: bisogna sempre andare a fondo, ché la superficie è il terreno più facile per cadere e inciampare. Sembra un corto circuito, invece è la forza di ‘Intrecci’ che riesce a mischiare, senza stonature, il nuovo e il consolidato, con giovani attori o più affermati interpreti, che la bravura non ha età.

È il ‘fare’, molto, bene, tanto, intenso, appassionato, che ci salverà. Senza paure.

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