Qualche giorno fa il paziente Italia si è sottoposto al solito check up di routine dei sondaggi elettorali e dalle analisi dell’Istituto Demos per Repubblica è emerso il seguente quadro clinico: allergia a Renzi, indigestione di Salvini e astinenza da Grillo.
L’allergia al capo del governo nel giro di un anno ha portato il Pd a perdere quasi 9 punti se pensiamo che si è passati dal 41% dei consensi delle elezioni Europee all’attuale 32%. Dopo la pubblicazione di questo dato centinaia di aspiranti guaritori si sono lanciati alla scoperta delle cause del disturbo che, a mio parere, è da identificare con una intossicazione da “annuncite”. Renzi era partito in quarta e aveva promesso mari e monti agli elettori che un anno fa decisero di premiarlo, e poi? Poi si è seduto sugli allori del 41% e degli 80 euro in busta paga e la sua velocità nel voler rottamare la vecchia classe dirigente e nel voler risolvere i problemi del Paese si è scontrata con Mafia Capitale, con i litigi interni al Pd, con l’autoritarismo sulla scuola, con la ricetta mal digerita del Jobs act e con la mancanza di soluzioni concrete sul problema immigrazione. Renzi velocista si è trasformato in un bradipo che propone piani B dal contenuto misterioso e sembra aver esaurito i conigli da estrarre dal cilindro.
L’indigestione di Salvini era cosa da aspettarsi perché il suo faccione perennemente in onda su tutte le televisioni dell’orbe terracqueo da mane a sera prima o poi avrebbe fatto venire la dissenteria anche ai più forti di stomaco, altro che scabbia e malaria. Nonostante la collezione di felpe ad indicazione geografica protetta, gli slogan inneggianti alle ruspe e ai respingimenti, il cambio di bersaglio dai meridionali e Roma ladrona agli immigrati e la scomunica a Papa Francesco che predica l’accoglienza, il Matteo del Carroccio ha arrestato la sua corsa e si ferma al 14% del quale potrebbe anche ritenersi soddisfatto se non fosse che il secondo partito in Italia è il Movimento 5 Stelle.
I pentastellati infatti toccano il livello più alto con il 26% e raggiungono questo brillante risultato grazie all’astinenza da Grillo. Sono lontani ormai i tempi in cui Grillo, dopo aver predicato urbi et orbi “vade retro video” si lasciò tentare dal salotto di Porta a Porta e dalla mela avvelenata di Vespa ottenendo come risultato quello di essere doppiato dal Pd alle Europee. Oggi Grillo ha riposto Casaleggio e il maalox nel cassetto, ha deciso di non aggiungersi ma di sottrarsi lasciando spazio ai Di Maio e ai Di Battista che si sono conquistati la fiducia del paziente Italia cambiando disco: al posto di “mandiamoli a casa” adesso c’è “siamo pronti a governare”. Per continuare nel trend positivo forse Grillo dovrebbe evitare tweet come questo: “Elezioni per Roma il prima possibile! Prima che la città venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini”. Tanto a dare il ben servito a Marino pare ci stia già pensando Renzi.
Qualcuno potrebbe dire “e Forza Italia”? Berlusconi al 14% come Salvini deciderà per la somma o per la sottrazione? Nel caso si riproponga il vecchio sodalizio si spera che il paziente Italia a questo giro non si lasci più corteggiare amoreggiando con soggetti che potrebbero trasmettergli una malattia infettiva. Un virus che il paziente Italia ha già sperimentato sulla propria pelle e che questa volta potrebbe avere esito infausto.