Gay Pride in Sardegna: il corteo del 27 giugno chiude la ‘Queeresima’ Lgbt

Estate sì, ma niente spiaggia quest’anno per il Sardegna Pride. Per la prima volta, infatti, il corteo sfilerà non sul lungomare di Cagliari, al Poetto, ma in piena città: tutti insieme per promuovere i diritti e la cultura delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer. Cambia dunque la ribalta e torna verso sud, dopo la puntata ad Alghero dello scorso anno, l’appuntamento conclusivo della Queeresima, un progetto lungo ben 40 giorni organizzato dall’associazione Arc, per statuto indipendente e apartitica. Film, dibattiti, incontri, mostre per parlare e conoscere, partito a maggio con una fiaccolata silenziosa in memoria delle vittime dell’omofobia e della transfobia. Un calendario fitto che accoglie i contributi e si concretizza anche nei piccoli centri dell’Isola: da nord a sud.
Si sfila sotto i Palazzi, in pieno centro. Sabato 27 giugno a Cagliari marceranno quindi per la prima volta in città i carri e il corteo. Un percorso che si snoda – a partire dalle 19, raduno alle 18 – attraverso le strade principali: da piazza Yenne fino al porto, in via Roma, il salotto buono e la sede del Consiglio regionale, si continua per viale Diaz, passando per Piazza dei Centomila sotto la Basilica di Bonaria fino alla Fiera Campionaria.
Slogan e logo strizzano l’occhio all’identità sarda: il primo è “Impari, pro is derettos” (Insieme, per i diritti, ndr), l’altro è una pavoncella stilizzata ma sorridente che richiama appunto gli elementi decorativi dell’artigianato e diventa una costellazione. Il Pride sardo, organizzato dal coordinamento di tutte le associazioni Lgtb e Queer sarde, è inserito nella rete dell’Onda Pride che prevede 15 appuntamenti in altrettante città italiane: da Torino a Palermo.
La filastrocca contro l’omofobia. Chitarra e voce della cantautrice cagliaritana Chiara Effe, disegni e authoring di Riccardo Atzeni per il videoclip ufficiale, una filastrocca su cartone animato. Il titolo è “Tutti giù per terra”, un inno all’amore universale e alla lotta alla diffidenza e all’omofobia già nell’attacco:“Uno era uno che dice a qualcuno “sono un bell’essere umano, posso prenderti la mano?”.
Il manifesto politico: “Chi siamo?”. La risposta: innanzitutto persone. Ogni anno le iniziative della Queeresima sono corredate da un manifesto politico che pone quesiti e ragionamenti. Quest’anno in particolare si punta a declinare la differenza e l’uguaglianza: “Ogni persona è diversa dalle altre” e “si lotta per ottenere uguali diritti”. Quali? Uno è l’estensione del matrimonio civile, egualitario, alle coppie omosessuali (previsto dal ddl Cirinnà contro cui è si è svolto il Family Day pochi giorni fa).
L’altro è una maggior tutela prevista dalla legge contro l’omofobia – considerata come la più efficace difesa contro l’odio – ma a cui andrebbe aggiunta l’aggravante. Ma bastano per ottenere un effettivo riconoscimento? No, sempre secondo il manifesto. Da qui la bocciatura delle etichette-ombrello e la richiesta di più formazione, a partire dalle scuole. E ancora, tra le richieste per il Parlamento avanzate dal Sardegna Pride: il riconoscimento del genitore non biologico e adozioni di minori e fecondazione assistita per le persone single e le coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Dalle richieste alla quotidianità: presto operativo un servizio di ascolto, informazioni e supporto. “Io ci sono”: un nome, una filosofia.