L’ultima parola spetta alla Consulta. Fino a quando i giudici della Corte costituzionale non decideranno se gli articoli 10 e 11 della legge Severino rispettano la legge fondamento dello Stato Luigi de Magistris deve restare sulla poltrona di sindaco di Napoli. E se l’ex pm può brindare per la decisione del Tribunale di Napoli, lo può fare anche Vincenzo De Luca, il neoeletto governatore della Campania, che è in attesa di essere sospeso, come annunciato anche dal premier Matteo Renzi, in base proprio alla stessa norma che fu approvata con consenso unanime sotto il governo Monti.
“Abbiamo fatto giurisprudenza. Quanto successo oggi riguarda solo la mia vicenda, i procedimenti sono sempre ad personam, tra me e De Luca ci sono punti di contatto – spiega de Magistris – ma il contesto è profondamente diverso, oltre che alle storie personali e politiche. Chiaro che questo provvedimento può essere utile anche ad altri“. La posizione processuale in verità è identica in quanto entrambi sono stati condannati in primo grado e attendono l’inizio del processo d’appello. Anche se de Magistris è stato giudicato per comportamenti ritenuti illeciti quando era pm e De Luca in quanto sindaco di Salerno. Inoltre l’ex magistrato era stato eletto nel 2011 prima dell’approvazione della legge Severino.
L’ex sindaco di Salerno, naturalmente, potrà fare sue le 22 pagine con cui i giudici della I sezione Civile di Napoli – Roberta Di Clemente, Ornella Minucci e il presidente Umberto Antico – hanno motivato l’ordinanza con cui hanno accolto il ricorso dell’ex pm. E difficilmente altri giudici si potranno discostarsi da questo provvedimento.
Davanti alla Consulta pende l’eccezione di legittimità costituzionale sollevata dal Tar di Napoli, che congelando la sospensione di de Magistris, aveva inviato gli atti a Roma. Secondo i giudici del Tar l’applicazione retroattiva della legge Severino si pone in contrasto con gli articoli “2, 4, 51 e 97 della Costituzione” che tutelano i diritti inviolabili, il diritto al lavoro e l’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza di tutti i cittadini italiani.
L’udienza per la discussione è stata fissata al 20 ottobre. “Pertanto evidente è la irreparabile lesione dello ius in officio qualora la Corte costituzionale dovesse ritenere fondata la questione di legittimità sollevata, posto che il diritto del de Magistris resterebbe definitivamente ed irrimediabilmente vanificato“. A chi ha obiettato, in sede di udienza, che così veniva violata la legge Severino, norma posta a tutela dell’interesse pubblico, i giudici di Napoli rispondono che se è vero che la norma “tutela la trasparenza dell’amministrazione delle Regioni e degli enti locali minori” altrettanto vero è che il legislatore ha dovuto bilanciare questo interesse con altri valori costituzionali ovvero la presunzione di non colpevolezza fino alla pronuncia delle sentenza definitiva e il diritto “al pieno esercizio dell’elettorato passivo” ovvero la capacità giuridica di ricoprire cariche elettive. E questo è un diritto protetto dalla Costituzione come osservano e ricordano i magistrati: “Essendo stata posta la questione di costituzionalità in ordine alla correttezza del bilanciamento effettuato non può chiedersi al giudice di merito di ritenere comunque prevalente la tutela dell’interesse pubblico (ovvero la legge) sulla tutela del diritto all’elettorato passivo, godendo quest’ultimo di una tutela costituzionalmente privilegiato”. Quindi il Tribunale ha sospeso il provvedimento del prefetto di Napoli emesso il 1 ottobre del 2014 e rinviato l’udienza al 23 ottobre quando i giudici costituzionalisti avranno deciso.
Difficilmente altri giudici ordinari, chiamati a decidere sulla futura e inevitabile sospensione di De Luca, potrebbero emettere una ordinanza contraria che potrebbe essere spazzata via da un possibile riconoscimento della incostituzionalità degli articoli della legge Severino contestati. L’ex sindaco di Salerno ha già annunciato che ricorrerà contro il decreto che verrà emesso nei suoi confronti. Intanto la prima seduta del consiglio regionale è stata convocata per lunedì 29 giugno alle 10. In quell’occasione il neogovernatore dovrebbe presentare all’assemblea degli eletti la sua squadra di assessori, tra cui il suo vice, che potrebbe assumere le funzioni di presidente.
Intanto il primo commento politico arriva dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, controparte in tutti i giudizi affrontati da de Magistris e in quello futuro di De Luca: “Secondo me è l’ennesima prova che la legge Severino non funziona. Non dico che non funzioni nel suo insieme perché stiamo contrastando più efficacemente la corruzione, ma per quanto riguarda i regimi di sospensione non funziona”. Alla Consulta il verdetto finale.