Le difficoltà con tagli e bilanci, i passi falsi con le società partecipate, lo scontro aperto e perpetuo con sindaci e presidente di Regione del Pd: “Siamo accerchiati” è solito dire. E’ stato uno slalom il primo anno di mandato del sindaco Cinque Stelle di Livorno, Filippo Nogarin. Come il collega di Parma Federico Pizzarotti, ha dovuto adeguare gli annunci della campagna elettorale alla realtà dell’amministrazione diretta che l’8 giugno 2014 il M5s si è ritrovato tra le mani stropicciandosi gli occhi: la caduta di “Livorno la rossa” – come hanno continuato a chiamarla con un po’ di miopia – ebbe il valore di un trionfo alle Politiche. Ma una volta nelle stanze di Palazzo Civico per Nogarin è cominciato l’ottovolante. La promessa più forte, lo stop alla costruzione di un nuovo ospedale, sembra per ora rispettata. Ma sui conti e sui tagli, soprattutto al sociale, sono arrivate le proteste perfino della Caritas. E su alcuni punti, come quello strategico del porto (prima industria della città), si è verificato lo scontro aperto con gli interlocutori istituzionali, che in Toscana significano sempre Partito democratico. Così è successo per esempio che il sindaco si alzasse per contestare, durante una conferenza, la forma di un dossier commissionato dalla Port Authority e il segretario gli rispondesse che allora lo producesse lui uno studio migliore. Fino alle giravolte per “responsabilità istituzionale”: non si presentò a firmare il piano regolatore del porto che la città aspettava da 60 anni perché – disse – Enrico Rossi non si faceva trovare. Per contro il governatore diffidò il sindaco: “Perde solo tempo”. Così alla fine successe che in consiglio comunale il piano regolatore del porto passò con l’astensione dell’intero gruppo M5s (due votarono anche contro) e i voti a favore dello stesso Nogarin e del Pd, cioè della minoranza. Nogarin in disaccordo con i “suoi” consiglieri? “No, responsabilità istituzionale” si giustificò il sindaco.

Di lavoro in casa Nogarin ne ha tanto da fare e così evita come la peste di schierarsi sulla politica nazionale. L’obiettivo è non arrivare a una rottura con la direzione nazionale del Movimento 5 Stelle (ovvero Grillo e Casaleggio). Ci ha provato solo una volta a dire la sua: quando i deputati Artini e Pinna sono stati espulsi ha chiesto che la decisione fosse rivista. Salvo poi fare subito un passo indietro e ribadire ai suoi che con il leader M5S preferisce chiarirsi faccia a faccia e che non farà la fine di Pizzarotti, con il quale però è molto amico. Quindi per non parlare, se ne sta nel suo: ha fatto una campagna elettorale per le Regionali ridotta al minimo e sui fatti di Parlamento preferisce non esprimersi mai.

Per il momento comunque le urne sembrano continuare a dare ragione al sindaco. Alle ultime elezioni regionali il M5s ha incassato in città 12mila voti (22%) contro i 16mila (19%) del primo turno delle comunali 2014 che con la bassa affluenza in Toscana vuol dire aver resistito: “Lo interpretiamo come un rinnovo della fiducia dei livornesi” ha affermato il primo cittadino che però già nega un bis. IlFattoQuotidiano.it ha provato a contattare il sindaco per fargli illustrare i risultati più importanti conseguiti ma il grillino non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Stop al nuovo ospedale
Nogarin ha avviato il 21 aprile l’iter formale per bloccare il progetto del nuovo ospedale (266 milioni di euro in project financing) voluto dalla precedente giunta Pd (la struttura sarebbe dovuta sorgere nell’area collinare sud della periferia). Un progetto che venne “benedetto” dai cittadini livornesi nel referendum consultivo di fine 2010: alle urne si recò solo il 20% degli aventi diritto, ma la maggioranza disse sì. L’avvento dell’amministrazione grillina l’8 giugno 2014 ha però fatto saltare tutto: “Abbiamo fermato lo scempio del nuovo ospedale” disse il sindaco. Ora l’obiettivo è diventato riqualificare la vecchia struttura di viale Alfieri, risalente agli anni Trenta: “Il solo e unico ospedale che Livorno vuole”. La Regione continua a essere convinta della costruzione di un complesso più moderno, ma la giunta M5s al momento resiste.

La “guerra” del porto
Al centro dello scontro tra sindaco e resto del mondo il progetto della Darsena Europa (800 milioni di euro per nuove banchine, piazzali e dragaggio fondali), anch’esso fortemente voluto dalla precedente giunta Pd (i lavori dovrebbero iniziare nel 2017 per concludersi 4 anni dopo). Nogarin la ritiene un’operazione “importante nell’ottica dello sviluppo del porto” anche se ha chiesto spesso di approfondirne alcuni aspetti (il progetto iniziale venne definito “montagna di cemento“). Nel mirino del sindaco sono finiti anche i dossier sul progetto commissionati dall’Autorità portuale a due società di consulenza (Ocean Shipping consultants e D’Appolonia): “195mila euro, quasi mille euro a pagina”. Dossier che secondo Nogarin sono scritti in “un inglese maccheronico, zeppo di errori grammaticali e di sintassi” e che è stato elaborato – tra gli altri – da un consulente che ha lavorato al piano regolatore del porto e quindi “in conflitto d’interessi”. Tutto questo pronunciato durante l’intervento durante una conferenza ufficiale: in platea c’erano banche e possibili investitori. Accuse a cui il segretario generale della Port Authority Massimo Provinciali ha dovuto controbattere: “Il sindaco produca un altro studio di pari dignità scientifica invece che la solita sfilza di ‘mi sembra’”. E in tema di trasparenza: “Se il sindaco sa qualcosa di irregolare deve andare in Procura: non è solo un suo diritto, è un suo preciso dovere”.

Biglietti del bus gratis a fine anno. Subito i tagli al trasporto pubblico
Nogarin in campagna elettorale aveva promesso il biglietto gratuito per le fasce più deboli ma al momento questa promessa non è stata rispettata: “Auspico che si possa partire entro l’anno” ha rassicurato l’assessore alla mobilità Giovanni Gordiani. Intanto però l’amministrazione comunale ha tagliato 400 milioni di euro al trasporto pubblico locale: “Colpa dei tagli del governo” il ritornello della giunta.

“Mare libero”
Per Livorno è una piccola rivoluzione. La giunta ha consentito infatti la libera balneazione all’interno degli stabilimenti. Qualsiasi cittadino potrà raggiungere la battigia seguendo un percorso prestabilito: “Le persone non potranno però sostare o muoversi all’interno dello stabilimento balneare, né usufruire dei servizi”. Una battaglia che i Cinque Stelle avevano portato avanti già negli anni scorsi.

Ricorso al Tar contro il Comune: “Nogarin lo ha tenuto nascosto”
L’opposizione ha spesso accusato la giunta grillina di essere poco trasparente. Il presidente del consiglio comunale Giovanna Cepparello (della lista di sinistra Buongiorno Livorno) ha ad esempio accusato il sindaco di non aver reso noto che Ato Toscana Costa (l’autorità per il servizio integrato dei rifiuti che comprende la maggior parte dei Comuni delle province di Livorno, Pisa, Massa Carrara e Lucca) aveva aveva presentato ricorso al Tar contro il Comune: nel mirino dell’Ato la decisione grillina di bloccare l’ingresso di Aamps (azienda in mano al 100% al Comune di Livorno che si occupa della gestione dei rifiuti) in RetiAmbiente (la newco che con l’ingresso del socio privato sarà chiamata a gestire il ciclo dei rifiuti in tutto il territorio regionale). Accuse a cui Nogarin rispose: “Semplice cortocircuito”.

Tagli al bilancio: “12 milioni di tasse in più”. M5S: “Colpa del governo”
La giunta ha aumentato la Tari (il gettito passa da 35 a 39,2 milioni di euro) e applicato un’unica aliquota Irpef (0,8%) a tutte le fasce di reddito. “12 milioni di euro di tasse in più” ha spesso attaccato il capogruppo Pd Marco Ruggeri. “Solo nel 2015 il governo ci taglia 5 milioni” ha però controbattuto l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. Nel mirino di Arci e Caritas sono invece finiti i tagli al sociale.

“Esselunga, ventata di concorrenza”
Dopo 13 anni di tentativi il gruppo del patron Bernardo Caprotti (autore di Falce e carrello) potrebbe sbarcare nell’ormai ex città “rossa”. La notizia di un possibile insediamento (si parla di fine 2016 e di 150 nuovi posti di lavoro) venne anticipata dal sindaco il 23 dicembre: “Ventata di concorrenza”.

Rinuncia all’auto blu e taglio dello stipendio
Uno dei cavalli di battaglia di Nogarin è stato il taglio ai costi della politica e la trasparenza. Il sindaco ha rinunciato all’auto blu e si è decurtato del 10% la propria indennità (lo stesso hanno fatto gli assessori): la cifra raccolta viene devoluta a Banca Etica e utilizzata per progetti sociali. Nei giorni scorsi i dirigenti del Comune hanno deciso di imitare il sindaco, devolvendo il 10% del fondo destinato al risultato dirigenziale 2014 (circa 35mila euro) a favore di iniziative di pubblico interesse rivolte alla città. Nogarin ha inoltre deciso di rendicontare on-line tutte le proprie spese: dal biglietto del treno al caffè, passando per il pranzo al ristorante o al costo del taxi. Tra i primi provvedimenti, infine, il taglio del 20% delle indennità degli amministratori delle controllate: “In un anno risparmieremo 300mila euro”.

Le opposizioni sostengono invece che le spese di missione sostenute da Nogarin non siano affatto inferiori a quelle del precedente sindaco. A scatenare polemiche è anche stato il via libera della giunta ai rimborsi spese (38mila euro annui) in favore degli assessori “pendolari”. Sulla questione entrò a gamba tesa con una vignetta satirica anche l’associazione culturale Livorno Democratica e Nogarin non gradì affatto: il sindaco minacciò infatti querela. Il Pd ha inoltre puntato il dito contro la nomina di un direttore generale, i rimborsi agli assessori “pendolari” e le spese per l’auto personale del sindaco: “La spesa comunale aumenta di 400mila euro”.

Paga “da vigile urbano” e disinfettante per festa Pd
Alcune dichiarazioni a caldo del sindaco hanno scatenato pesanti polemiche. Lo scorso ottobre ad esempio agli spazzini che protestavano il grillino aveva dichiarato: “Anch’io per fare il sindaco ho fatto i miei sacrifici. Da ingegnere guadagnavo quanto volevo. Ora guadagno meno di un vigile urbano”. Dal palco del Circo Massimo dove si stava svolgendo l’iniziativa “Italia 5 Stelle” il sindaco aveva invece risposto a una battuta di un attivista: “L’ippodromo dove il Pd livornese ha organizzato la sua festa? Sì, una volta finita lo abbiamo disinfettato”.

LA PRECISAZIONE DEL SINDACO NOGARIN: “TRASPORTI GRATIS? SI’ MA A LUNGO TERMINE”

Apprendo con stupore quanto avrei promesso in campagna elettorale da parte del cronista autore del pezzo. A me non risulta infatti di aver mai promesso il biglietto gratuito per le fasce più deboli, bensì abbiamo preso l’impegno di sostenere sul lungo periodo (5-7 anni) un trasporto pubblico gratuito, come stanno progettando in altre città europee come Parigi o Londra. Il progetto consiste nel pagamento da parte dell’amministrazione del biglietto tramite una tassazione generale. In merito invece al ricorso al Tar che non avrei comunicato al presidente del Consiglio comunale ribadisco quanto già espresso: tale comunicazione non è compito del sindaco ma spetta al segretario generale.
Filippo Nogarin, sindaco di Livorno

Nelle “Linee programmatiche di governo 2014-2019” in tema di trasporto pubblico si legge: “Si dovrà instaurare una politica dei costi del biglietto incentivante, attraverso un progressiva riduzione – tendente alla gratuità – iniziando dalle fasce economica- mente deboli”. Quanto al secondo punto sollevato, nell’articolo è ben evidenziato un link al pezzo del 10 aprile in cui si precisa espressamente “cortocircuito” tra “segreteria generale e ufficio di presidenza del consiglio comunale”.

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