E così diventano cinque. Come previsto dalla pianta organica. E' il risultato della nuova ondata di nomine. Varata dalll'ufficio di presidenza di Montecitorio. Con l'astensione dei rappresentanti del M5s. E l'assenza del centrodestra
Alla Camera tre nuovi vicesegretari generali, che si aggiungono ai due già in carica, e nove nuovi capiservizio. Sono in molti a Montecitorio a brindare tra i consiglieri parlamentari, la burocrazia del “Palazzo”, per le nomine che sono state varate dall’Ufficio di presidenza su proposta della presidente Laura Boldrini che, sottolinea, “completano l’assetto del vertice dell’Amministrazione e assicurarne cosi’ la piena funzionalita’ in vista degli importanti obiettivi che essa sara’ chiamata a perseguire nel corso dei prossimi anni”.
Il primo in gerarchia dopo il segretario generale Lucia Pagano, che a gennaio ha preso il posto di Ugo Zampetti poi chiamato da Sergio Mattarella al vertice dell’amministrazione della Presidenza della Repubblica, da oggi è Giacomo Lasorella. Poco più che cinquantenne, da oltre un decennio alla guida del servizio Assemblea, “cuore” della burocrazia della Camera visto che organizza e regola i lavori dell’Aula, Lasorella assume infatti la funzione di vicario del segretario generale. Il “pennacchio” arriva anche per Annibale Ferrari, fino ad ora a capo del servizio Studi, e per Fabrizio Castaldi, poco più che quarantenne e capo della segreteria istituzionale di Laura Boldrini. Lasorella e Castaldi erano i due cavalli di punta nella corsa alla segreteria generale nel dopo Zampetti; ma Boldrini, che oggi conferisce la nomina da “numero due” dell’amministrazione della Camera, ai due alla fine preferì Lucia Pagano. Per i vicesgretari generali è stato introdotto un limite di mandato: sette anni rinnovabili.
I “magnifici tre” nominati oggi, con l’astensione dei componenti M5S dell’Ufficio di presidenza e l’assenza dei rappresentanti di Fi, Fdi e Lega, si aggiungono ad altri due vicesegretari generali (la pianta organica della Camera ne prevede cinque, a fronte dei tre del Senato) già in carica, rispettivamente da dodici e nove anni: si tratta di Guido Letta ed Aurelio Speziale. In base al nuovo limite di sette anni, i loro incarichi scadranno alla fine dell’anno, anche se potranno essere prorogati. Ma perché l’Ufficio di presidenza si è spaccato su queste nomine? Semplice: stando ai rumors del Palazzo, i tre nuovi vicesegretari vengono tutti considerati di area Pd.
Poi c’è il capitolo dei nuovi capi servizio, i dirigenti dell’Amministrazione alla guida dei vari settori in cui essa si articola a Montecitorio. Si tratta di Consuelo Amato, Daniela Colletti, Claudia Di Andrea, Raffaele Perna, Paolo Nuvoli, Renzo Dickmann, Paola Bonacci, Paolo Visca e Danilo Santoro.