Ho partecipato qualche giorno fa ad una tavola rotonda sulle “Competenze che servono al futuro”, nell’ambito del Festival delle Comunità del Cambiamento. Un’esperienza di rete molto interessante e coinvolgente, con l’obiettivo di aumentare l’impatto sociale delle tante comunità spontanee che sono all’opera sul campo per un migliore futuro della società.

Insieme al collega Giorgio Ventre abbiamo presentato il progetto “Programma il Futuro”, dedicato all’introduzione nelle scuole italiane delle fondamenta culturali dell’informatica, il cosiddetto “pensiero computazionale”.

Nel suo primo anno di attività il progetto ha ottenuto un enorme successo, avvicinando a questo tema più di 300.000 studenti e 5.000 insegnanti, in più di 2.000 scuole e 16.000 classi. Dei risultati del primo anno se ne parla più diffusamente su questa pagina.

“Che cos’è esattamente il pensiero computazionale?”, ci chiedono spesso quando parliamo del nostro progetto. L’articolo che ha introdotto questo termine è in inglese ed una presentazione più sintetica in italiano la trovate su questa pagina. In poche parole, mediante il pensiero computazionale si definiscono procedure che vengono poi attuate da un esecutore, che opera nell’ambito di un contesto prefissato, per raggiungere degli obiettivi assegnati. Tutti e quattro i termini evidenziati nella frase precedente sono essenziali: procedura (le istruzioni da seguire), esecutore (il soggetto che le realizza), contesto prefissato (cosa ha disposizione il soggetto), obiettivi assegnati (qual è il risultato desiderato). Il concetto è magistralmente esemplificato da questo video (estratto dal film “Apollo 13”), che infatti ormai regolarmente mostriamo nel corso dei nostri interventi.


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