Ma ecco che le ultime elezioni regionali rivelano l’imprevisto: dove si è andati al ballottaggio, vince il M5S! E allora? Non era proprio il ballottaggio, come aveva detto D’Alimonte, “uno strumento democratico straordinario”, perché costringe “i partiti a scegliere candidati appealing: validi e in grado di catturare, come seconda scelta, il voto di quegli elettori che al secondo turno si trovano nellimpossibilità di votare il proprio partito”? (D’Alimonte, intervista a L’Espresso, 5 maggio 2015).
Sì, ma dipende chi vince. Se è il M5S, allora si scopre all’improvviso che legge elettorale più bella del mondo ha già bisogno di un ritocchino: al posto del premio alla lista, sarebbe meglio darlo alla coalizione. In questo modo, centrodestra e centrosinistra potrebbero assicurarsi di andare solo loro al ballottaggio, lasciando fuori dai giochi il M5S. Ed è ancora D’Alimonte a spiegarlo, apertamente: bonus alla coalizione ha proposto il 23 Giugno attraverso un nuovo accordo tra Renzi e Berlusconi. Il leader di Forza Italia, ha aggiunto, potrebbe garantire a Renzi i voti sulla riforma del Senato, ed in cambio ottenere il premio alla coalizione, in modo da essere lui ad andare al ballottaggio con il Pd alle prossime elezione: una specie di ‘patto del Nazareno-baby’ per eliminare il pericolo pentastellato.