Può sembrare paradossale, va contro l’onda dei nostri sentimenti, ma mantenere la calma è necessario per vigilare meglio e per attrezzarsi/attrezzarci ad affrontare il ripetersi di questi sanguinosi episodi. Innanzitutto bisogna capire se nello specifico questo attacco poteva essere evitato.
Non si può cadere nell’ingenuità di vedere solo i pazzi isolati semi-suicidi e incontrollabili, ma neanche sopravalutare la loro organizzazione. Sono piccole cellule aizzate dall’autoesaltazione e consigliate da qualche stratega, probabilmente.
Nonostante il precedente del Bardo, la Tunisia non è fuori controllo, non c’è alcuna guerra civile, il territorio è sotto controllo dello Stato e la vita quotidiana è sicura.
Sono stato moltissime volte in Tunisia, anche di recente, e non ho avvertito pericoli. D’altra parte non ho mai, dico mai, visto affollamenti di turisti europei o comunque stranieri superiori alle poche unità. A quanto pare solo i terroristi li trovano. I resort, frutto della logica del turismo più di successo degli anni ’90, sono più pericolosi. Bisogna ragionarci, se non ci si rassegna all’idea che il turismo sia finito. (Idea alla quale non ci si deve rassegnare, non è la Libia).
Torniamo presto sull’argomento.