Mezzo miliardo di euro. È il danno che potrebbe subire l’italiana A2a, terza società gabbata dal Montenegro, con cui avvia un arbitrato. Dopo che A2a ha preso il controllo di Epcg (acquistò nel 2009 il 44% della società elettrica per 436milioni ricevendo un contratto di cinque anni per la gestione) il governo montenegrino ha abbassato le tariffe per l’energia elettrica nel paese del 20%, riducendo così le entrate della società italiana.
Per questo nel 2011, invece di un profitto, c’è stata una mega perdita da 66 milioni di euro. In questo contesto il governo del Montenegro ha chiesto alla A2a di realizzare investimenti su larga scala della rete elettrica e di costruire un nuovo propulsore a Pljevlja per 200 milioni. Ora i membri del Parlamento del Montenegro richiedono al governo di risolvere il contratto di gestione con A2a e di riprendersi la società sotto il controllo statale. Un ruolo speciale sarebbe stato rivestito dal Primo Ministro montenegrino, Milo Djukanovic, protagonista della politica recente nello stato balcanico, già attenzionato dalle procure di Napoli e Bari per contrabbando internazionale di sigarette.
Non sono stati solo gli italiani ad essere gabbati dai furbetti del Montenegro: stesso trattamento per i ciprioti di Ceac, che hanno acquistato la Kap di Podgorica, la più grande impresa industriale del Montenegro nel 2007. Ma subito dopo l’acquisto si è scoperto che il governo ha fornito bilanci falsificati e la Ceac ha avviato due procedimenti arbitrali nei confronti del governo del Montenegro a Vienna e Parigi, chiedendo il risarcimento per gli investimenti effettuati. Sul primo i giudici si pronunceranno per la fine di quest’anno e la società cipriota si aspetta che il processo vedrà la partecipazione di molti personaggi di spicco della politica montenegrina.
Stessa sorte per una società olandese, la Mnss, che possedeva la più grande acciaieria del paese a Zhelezara. La Mnss ha assunto una partecipazione di controllo nello stabilimento nel 2008 investendo nella modernizzazione del vecchio impianto decine di milioni di euro, e trasformandolo così in una moderna impresa. Ma nel 2011 stesso escamotage, con il fallimento usato come piede di porco dal Montenegro per riprendersi la società e rivenderla ad una società turca, ottenendo un profitto. Anche la Mnss si è rivolta ad un arbitrato internazionale, ma a Washington, intentando una causa contro il governo del Montenegro (per la cronaca ha già vinto la sua prima causa).
Se tre indizi fanno una prova, a questo punto i giudici europei che dicono?
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