Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay, il presidente più povero del mondo, sostiene che gli diano fastidio i politici che dicono: “Lo dobbiamo fare per i nostri figli…..”. Sostiene Mujica che ciò che facciamo lo dobbiamo fare per noi stessi.
Presidente Mujica, lei ha ragione, però io ho un lavoro a tempo indeterminato, guadagno meno di 1.500 euro al mese, e, in fondo, non me la passo così male.
Lei penserà che non c’entra nulla con “Cagliari Città Capitale”, il nostro progetto politico, ma le voglio fare qualche esempio. Un mio caro parente lavora in banca, non può essere licenziato se dà fastidio, ed il Pd però ha approvato una legge che fa sì che i colleghi assunti dopo di lui possano essere licenziati in qualunque momento. Il Pd che governa l’Italia, la Sardegna e, sino a maggio 2016, la città di Cagliari, ha voluto queste norme.
Una mia cara amica è una partita Iva. Potrebbe essere assunta in alcune cooperative ma, per la legislazione vigente, queste cooperative la possono tenere a partita Iva tutta la vita. Questo significa nessun diritto, come il diritto a poter avere bambini. Il Pd che governa l’Italia, la Sardegna e, sino a maggio 2016, Cagliari, ha appoggiato queste norme.
I miei amici professionisti (avvocati, ingegneri, commercialisti etc.) potrebbero usufruire di politiche pubbliche, comunali, che favoriscano la collaborazione e la valorizzazione delle giovani eccellenze, ma nella nostra città, ancora, non si usa. Ci sono poi le amiche ed amici, tantissimi, che nel capoluogo della Sardegna non ci sono più. Sono laureate che lavorano come cassiere in Germania per 600 euro al mese, padri di famiglia che hanno difficoltà a tornare una volta all’anno. E così via…..
Poi ci sono, a Cagliari ed in Sardegna, e prima di qualche anno fa non li conoscevo, coloro che vivono con nulla. Pensi, presidente Mujica, che ci sono quelli che vivono in alloggi di fortuna, che campano senza neanche l’acqua corrente, e tantissimi che devono decidere se pagare l’assicurazione o comprare da mangiare.
La domanda è: quale modello di società vogliamo? Vogliamo una società di liberi ed eguali, di sardi e cagliaritani che possano vivere a testa alta, o una società di schiavi?
Mi si dice che, su questo, il Comune non può fare nulla. Non è vero. Il Comune può fare, e può essere comunità. Il Comune può decidere che nessuno rimanga indietro, e promuovere, con forza, sviluppo economico.
Silvano Tagliagambe, il 17 giugno 2015, ha disquisito sull’urbs, città costruita e compatta, che automaticamente determinerebbe il miglioramento della civitas, cioè della città come comunità e sfera pubblica, e smonta questa convinzione.
Silvano Tagliagambe ha ragione, e questo ragionamento ben si può applicare alla città di Cagliari, che noi vogliamo capitale nel periodo 2011-2015. A fronte di ingenti lavori pubblici, e di altri interventi positivi, non c’è traccia della civitas. Cagliari rimane in declino. Negli ultimi quattro anni (2011-2014) gli abitanti sono diminuiti più che nel quadriennio precedente (2008-2011). Il tasso di disoccupazione nella provincia di Cagliari, dal 2007 a oggi, è passato dal 9,3% al 17,9%. Ma, ancor di più, manca la città come comunità e sfera pubblica, che si occupa di tutti e non lascia indietro nessuno.
Qua sta la differenza tra amministrare e governare. Governare significa darsi obiettivi politici, discutere e forzare i rapporti con le altre istituzioni, soprattutto quando si è allo stremo e chi forza lo può fare perché è rappresentante della sovranità popolare e chiama il sovrano, cioè il popolo, alla partecipazione continua per costruire una comunità.
“Cagliari Città Capitale” vuole promuovere questo processo. Dobbiamo crescere, essere inclusivi, presentare un progetto per ogni settore del vivere collettivo.
In questo modo, presidente Mujica, daremo una risposta a tutti quei miei coetanei che, loro si, hanno il diritto, con sobrietà, di godersi la vita e di farla godere ai propri figli, ai propri genitori ed ai propri nonni.