“Se fallisce la Grecia adesso, sarà il fallimento di Bruxelles. Sappiamo tutti che se fallisce la Grecia la colpa è nostra”. Questo il parere dell’economista Giacomo Vaciago sulle ultime drammatiche evoluzioni del caso greco. “Scommetto che la maggioranza dei greci voterà sì al referendum e metterà in difficoltà sia Bruxelles che il governo di Alexis Tsipras. Poi i greci ce lo rinfacceranno per una generazione. Non sarà più colpa dei loro precedenti governi imbroglioni ma dell’Ue”, ha detto all’Adnkronos il professore al Dipartimento di Economia e finanza dell’Università Cattolica di Milano. Comunque, ha rilevato ancora Vaciago, “se salta la Grecia il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, il direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde, ma anche il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese, François Hollande dovranno andare a casa. Sarà difficile dare la colpa solo a Tsipras”.

Cinque anni fa, ha ricordato ancora l’economista, “la Grecia stava per fallire ma è stata salvata da un concordato preventivo dell’Fmi, della Commissione Europea e della Bce che a certe condizioni finanziavano la Grecia. Ci sono stati molti errori da tutte le parti. Si è esagerato nelle condizioni ritenendo che il debitore debba pagare anche quando le cose peggiorano. Si è ritenuto che più lo strangoli più è facile che il debitore paghi e quindi si è arrivato così ad una situazione che già un anno fa era insostenibile”. A gennaio, ha osservato Vaciago, “ha vinto in Grecia una coalizione di estrema sinistra e di estrema destra ed è iniziata la rinegoziazione del patto sottoscritto con i precedenti governi per rendere sostenibile il debito e aiutare il Paese a tornare a crescere”. Da quel momento in poi “ci sono stati cinque mesi allucinanti” di trattative: “A nessuno conviene che la Grecia affondi. Non conviene né ai greci né all’Ue. E allora perché continuiamo a farci del male? Eppure abbiamo continuato a farci del male reciprocamente. E ci siamo fatti già male. Basta guardare alla Borsa e allo spread di questi ultimi mesi”.

Per come si è comportata l’Ue in questi ultimi cinque mesi “meglio uscirne. Abbiamo messo in comune i difetti piuttosto che mettere insieme, come suggerivano i padri fondatori dell’Unione Europea, le nostre virtù”. La Bce, che domenica riunisce un Consiglio dei Governatori straordinario per affrontare il nodo Grecia, “sta imparando a sua volta che è la Banca centrale di un’Unione Europea che non c’è. Abbiamo fatto una moneta di uno Stato che ancora non c’è”. Ora l’istituto di Francoforte “dovrà decidere. O continuerà ad erogare liquidità alle banche elleniche o deciderà di non farlo più perché le banche greche sono fallite”. In questo ultimo caso “la Bce lo doveva già sapere e non avrebbe dovuto continuare a dare liquidità”.

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