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Attentato Lione, l’omicida: “Selfie con testa mozzata inviato su Whatsapp”

Prima aveva detto di soffrire di amnesia, ma da ieri sera Yassin Salih, l’uomo arrestato in Francia per la decapitazione del suo datore di lavoro, ha cominciato a raccontare agli inquirenti come si sono svolti i fatti. S'indaga sulla macabra fotografia inviata ad un numero canadese

Ha cominciato a parlare con gli inquirenti 48 ore dopo l’arresto. Sono parecchi i punti che Yassin Salih, l’uomo arrestato in Francia per la decapitazione del suo datore di lavoro e l’attacco ad un impianto di gas, dovrà chiarire. In un primo momento l’uomo diceva di soffrire di amnesia, ieri sera, però, ha cominciato  “a spiegare come si sono svolti i fatti“, come scrive il quotidiano francese Le Figaro, citando una fonte riservata vicina all’inchiesta.

Secondo il quotidiano Le Parisien, Salih ha confessato l’omicidio. L’assassino si è mostrato “confuso”, ed ha parlato di “difficoltà personali legate al lavoro e la famiglia”. Su Le Figaro si spiega però che Salhi non si definisce “terrorista”.

L’inchiesta nel frattempo si allarga e da Lione arriva in Canada: Salih, infatti, si è scattato un macabro selfie con la testa mozzata del suo datore di lavoro inviandolo tramite WhatsApp ad un numero canadese. Per questo motivo alle indagini sta collaborando anche la polizia canadese. Gli inquirenti francesi, nel frattempo, hanno ricostruito nel dettaglio la dinamica dell’omiciio. Salih è stato visto alle 7.30 assieme al suo datore di lavoro Hervé C. Alle 9.28, Salhi, che lavorava come autista per le consegne, si presenta all’ingresso della fabbrica Air Product di Saint-Quentin-Fallavier. Dopo sette minuti, mentre non è inquadrato delle telecamere di sorveglianza, prepara la macabra messa in scena mettendo la testa del suo datore di lavoro sulla cancellata e coprendola con due bandiere, una nera e l’altra bianca, che riportano la sua professione di fede scritta in arabo. Alla fine, sono già le 9.35, l’uomo si dirige con il suo camioncino pieno di bombole di gas contro un hangar che conteneva contenitori di gas e acetone: viene però bloccato da un pompiere e abbandona il posto di guida gridando Allah Akbar.

Secondo il quotidiano Le Parisien, Salih ha confessato l’omicidio. L’assassino si è mostrato “confuso”, ed ha parlato di “difficoltà personali legate al lavoro e la famiglia”. Secondo il Le Figaro  Salhi non si definisce “terrorista”.

Sul luogo del delitto sono stati trovai il corpo senza testa della vittima (che appunto era stata posta sulla cancellata), un coltello e un’arma giocattolo. Secondo gli inquirenti l’uomo ha utilizzato l’arma finta per minacciare la sua vittima: sul cadavere sono stati ritrovati segni di strangolamento. Gli inquirenti al momento non hanno trovato collegamenti con l’Isis, e neanche con le altre due stragi, in Tunisia e Kuwait, che si sono verificate nella stessa giornata di venerdì: proprio quando Salih ha colpito a Lione.