Guidava l’autobus Blq Stazione-Aeroporto, uno dei più frequentati a Bologna, ma non aveva la patente necessaria per stare al volante. O meglio ne aveva una falsa e con quella da una decina di giorni era riuscito a farsi assumere. Un signore di 40 anni è stato denunciato per ricettazione e falso perché sabato sera 27 giugno, dopo un banale e lieve incidente con un taxi, alla polizia municipale che era arrivata per fare i rilievi ha presentato un documento di guida falso. Ma, purtroppo per lui, i vigili si sono accorti che quel tipo di documento nonostante avesse una data di rilascio recentissima, non era più in uso da almeno due anni.
L’autista guidava il Blq, l’autobus che, al prezzo di 6 euro, in 15 minuti trasporta i passeggeri dalla stazione ferroviaria all’aeroporto Guglielmo Marconi di Borgo Panigale. L’uomo non era tuttavia dipendente della Tper, l’azienda pubblica dei trasporti. Questa infatti ha affidato il servizio Blq al consorzio misto pubblico-privato Omnibus: questo a sua volta è formato da Tper al 51% e da alcune grosse cooperative tra cui Saca e Cosepuri. L’autista fermato a sua volta lavorava da pochi giorni per la ditta Ragone Antonio Sas di Bologna, che sulla linea Blq prestava la propria opera proprio per conto di Saca Bus. Ragone, raggiunto telefonicamente da ilfattoquotidiano.it non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Da una prima ricostruzione sembrerebbe comunque che la società di Ragone e la Sacanella vicenda siano vittime del raggiro, visto che l’autista sarebbe riuscito a farsi assumere, pochi giorni fa, proprio grazie a quel documento falso spacciato per regolare.
Ad ogni modo le indagini della Procura della Repubblica, coordinate dal pm Francesco Caleca vanno avanti. “È un episodio che appare incredibile e per il quale svolgeremo verifiche a tutto campo”, ha detto il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini. Gli agenti della municipale che hanno scoperto il falso si sono insospettiti quando hanno visto che il tipo di documento mostrato non è più in uso: da una verifica è emerso poi che il tesserino era compreso in una ‘partita’ di duemila moduli plastificati in bianco, rubati a marzo alla motorizzazione di Livorno. Da qui l’accusa di ricettazione. Da un altro accertamento, è risultato che all’uomo in effetti è stata rilasciata tempo fa una patente che lo abiliterebbe anche a guidare mezzi che trasportano persone, ma non ce l’aveva con sé e su questo saranno fatte delle verifiche. Il documento falso, dove peraltro era indicata una via di residenza inesistente, in un comune della provincia, è stato sequestrato su disposizione del pm Caleca.