“La vocazione dei collaboratori di Lo straniero è quella di non rispettare le barriere disciplinari”, spiegano i redattori della rivista. “Ogni anno il premio va ad autori e gruppi spesso apprezzati soltanto dai “pochi ma buoni” per la qualità delle loro opere e dei loro interventi, delle loro azioni". Il riconoscimento è stato assegnato nell'ambito del festival teatrale di Castiglioncello
Che ci fanno insieme i No-Tav, l’attrice Alba Rohrwacher, l’editore Roberto Keller e lo scrittore Marco Torchio? Hanno ricevuto tutti insieme, domenica 28 giugno 2015 al festival teatrale di Castiglioncello (Livorno), il premio deciso da redattori e collaboratori della rivista Lo Straniero. Un riconoscimento decisamente diverso dagli altri quello attribuito dalla rivista che si occupa di arte, cultura, scienza e società italiana, diretta da Goffredo Fofi fin dal 1992. “La vocazione dei collaboratori di Lo straniero è quella di non rispettare le barriere disciplinari”, spiegano i redattori della rivista. “Ogni anno il premio va ad autori e gruppi spesso apprezzati soltanto dai “pochi ma buoni” per la qualità delle loro opere e dei loro interventi, delle loro azioni – siano essi saggisti o romanzieri, editori o giornalisti, registi cinematografici o gruppi teatrali, fumettisti o illustratori, pittori o fotografi, e infine gruppi di intervento sociale, pedagogico, culturale o religioso, nei loro specifici modi, testimoni rigorosi del proprio tempo”.
“Si sono segnalati in tal modo anche grandi nomi del nostro presente, e nomi di personalità non sufficientemente riconosciute dalla pigrizia, ottusità o ostracismo del sistema dell’informazione e dagli schieramenti intellettuali e politici – continua il gruppo capitanato dai presidenti di giuria Roberta Mozzanti e Rodolfo Sacchettini, e che vede tra i giurati Nicola Lagioia finalista al Premio Strega 2015. “Si è fatto forse qualche errore (di generosità) nei confronti di alcuni giovani artisti che non hanno mantenuto le promesse iniziali, ma chi in futuro volesse avere le giuste indicazioni su ciò che di meglio si è fatto in Italia tra la fine del Novecento e i primi lustri del Duemila, potrebbe trovare nell’elenco dei premiati di “Lo straniero” una guida significativa ai nomi e gruppi più validi e autentici che hanno agito all’interno di una società in mutazione, frastornata e manipolata. Fuori da ogni logica corporativa, da ogni opportunismo settoriale, da ogni combutta professionale, da ogni cordata politica”.
Gli altri vincitori del premio sono il critico cinematografico Paolo Mereghetti, l’editrice di libri per l’infanzia Rosellina Archinto, la regista Laura Bispuri, l’attore Saverio La Ruina, il regista Saverio Costanzo, il grafico Tullio Pericoli, il musicista Vinicio Capossela. Curiose le motivazioni che portano in auge i vincitori No-Tav: “Premiando i rappresentanti del movimento di disobbedienza civile forse più avanzato e certamente più radicale nell’Italia recente, mai così supina e conformista nei confronti dei vecchi e nuovi poteri, i collaboratori di “Lo straniero” esprimono la loro speranza di un contagio da questa esperienza a cento, a mille altre. Non sono ottimisti sul futuro, ma che attorno alla farsa e alla violenza politica ed economica che si è espressa nell’idolatria dell’Alta Velocità si sia creato un movimento di resistenza e proposta come quello dei militanti della Valle di Susa è per noi un serio motivo di conforto e di orgoglio”.
Soprattutto nell’ambito cinematografico, dove il direttore Fofi ancora si cimenta nella critica, e sugli ultimi numeri della rivista ha stroncato Youth di Sorrentino, non si è scaldato particolarmente per il Racconto dei Racconti di Garrone, ed ha amato Mia Madre di Moretti, la giuria ha elargito parecchi allori. Per Laura Bispuri e il suo Vergine Giurata si legge: “Ha realizzato un film di debutto che non esitiamo a dichiarare, per l’intensità e profondità dell’analisi e della narrazione, come un raro esempio di cinema femminista non astratto e soltanto psicologico o ideologico, un’opera prima di rara forza e bellezza”. Anche per Saverio Costanzo, autore di Hungry Hearts c’è una motivazione che sa di lacrime, sudore e sangue: “ha esplorato ed esplora con maggiori ostinazione e rigore nodi psicologici e sociali delicati e irrisolti del nostro presente, non solo italiano, con il giusto equilibrio di tensione e crudezza e con un forte senso della comunicazione cinematografica, ma anche con il rispetto di cui essi hanno bisogno per venir compresi e affrontati”.
Curioso infine tra i vincitori il nome del critico più letto e seguito in Italia, Paolo Mereghetti, autore di punta del Corriere della Sera: “E’ tra i pochissimi eredi di una grande tradizione, non solo italiana, di critica cinematografica, dal tempo di “Ombre rosse” e successivamente su quotidiani come “Il giorno” e “Il corriere della sera”. È insomma tra i pochissimi – non si arriva a contarli sulla punta delle dita – il cui giudizio non sa di corporativo e sa invece di vera cultura non solo in fatto di film, di vera passione e di vera curiosità”.