Franco Bonanini era stato arrestato nell'ambito di una inchiesta per associazione per delinquere finalizzata a truffa, peculato, corruzione, calunnia, abuso d’ufficio e concussione. Il pm aveva chiesto 10 anni. La difesa ha annunciato ricorso in appello
Franco Bonanini, detto Il Faraone, ex presidente del Parco delle 5 Terre arrestato nel settembre 2010 nell’ambito di una inchiesta per associazione per delinquere finalizzata a truffa, peculato, corruzione, calunnia, abuso d’ufficio e concussione, è stato condannato dal Tribunale della Spezia a 7 anni e 10 mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto 10 anni. Bonanini, che oggi non era in aula, ricorrerà in appello come annunciato dal difensore Carlo Di Bugno. Secondo l’accusa esisteva “un sistema di potere illegale a opera di un sodalizio criminale in cui perfino le persone vessate erano asservite”. Comune e Parco “erano sovrapposti e si usavano le cooperative, senza alcuna resistenza di chi le amministrava”. Tra gli imputati era nata “una associazione a delinquere con un vincolo stabile fra gli associati uniti nella realizzazione dei reati, ma con una netta separazione di ruoli”.
Si chiude con la sentenza di primo grado l’indagine della Squadra mobile spezzina che nel 2010, con l’arresto di Bonanini e altre 14 persone, portò a scoprire una sorta di mala gestio dei fondi comunitari per il Parco delle 5 Terre. La polizia scoprì fondi comunitari e statali chiesti per sanare i danni provocati dal maltempo nel 2004 e non completamente utilizzati, pressioni politiche per ‘scollare’ la minoranza, il falso ideologico per protocollazioni definite ‘originali’ di atti amministrativi, episodi di falso ideologico sempre riferiti alla richiesta di fondi e poi altri reati cosiddetti minori.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, 900 pagine, venivano descritte anche accertamenti sulle ‘creste’ effettuate nelle richieste di fondi destinati a ristrutturazioni edilizie mai autorizzate. Nel dicembre 2010 all’elenco degli indagati si aggiunsero altre cinque persone, tra funzionari regionali e dipendenti del tribunale spezzino che “avrebbero fornito il proprio aiuto e i propri suggerimenti nelle diverse fasi dell’inchiesta a Franco Bonanini”.