L’avvocato Fausto Maggi è una figura chiave nella vicenda “bresciana” della Stamina Foundation. Direttore del settore Affari generali e legali degli Spedali Civili di Brescia, mai indagato per la questione Stamina, concentra su di sé un groviglio di cariche fondamentali: “Oltre a dirigere il servizio Affari generali e legali – spiega l’avvocato Maggi a ilfattoquotidiano.it – sono responsabile dei procedimenti disciplinari, mi occupo di supervisione amministrativa della segreteria della direzione sanitaria… L’elenco mi sfugge in tutta sincerità”.
Il suo ruolo emerge con la delibera 460 del 9 giugno 2011 che ha aperto la strada alle staminali di Davide Vannoni gettando le basi per un accordo di collaborazione tra il secondo ospedale italiano e la società di Torino: come legale dell’azienda ospedaliera di Brescia l’avvocato Maggi risulta, dalla documentazione consultata da ilfattoquotidiano.it, responsabile di quel procedimento e del fascicolo istruttorio. E proprio in qualità di dirigente responsabile ha messo la sua firma sulle presunte qualifiche della Stamina Foundation e sull’apparente “idoneità” della metodica di Vannoni, oltre che sulla copertura di brevetti rivelatisi poi inesistenti: in quella delibera, gli Spedali Civili descrivono la Stamina Foundation come un “soggetto qualificato e in possesso di idonea metodica per il trattamento delle cellule staminali mesenchimali”. L’avvocato Maggi, in relazione a quella delibera, è responsabile anche “della relativa istruttoria” al termine della quale il Direttore generale si troverà a sottoscrivere un accordo con Stamina in cui si parla della “copertura” di brevetti (domanda n. 12/964941 e n. 12/964938) in realtà respinti dagli uffici statunitensi o ritirati dallo stesso Vannoni.
Come dirigente responsabile della segreteria amministrativa della Direzione sanitaria aziendale l’avvocato Maggi si è occupato anche del Comitato etico dell’ospedale, “ma solo della supervisione dell’attività sotto i profili di impostazione amministrativa – precisa il legale dell’ospedale bresicano – e non dell’attività istruttoria delle delibere del Comitato etico, cui sono totalmente estraneo”. Il Comitato etico degli Spedali Civili è finito nel mirino della procura di Torino per aver approvato le infusioni con le staminali di Vannoni di dodici pazienti (la segretaria scientifica, Carmen Terraroli, è stata rinviata a giudizio insieme agli altri medici bresciani con l’accusa di associazione a delinquere, truffa e somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi, e il processo comincerà nel giugno 2016).
Come legale degli Spedali Civili, una volta scoppiato il “caso Stamina” e iniziata la battaglia legale dei famigliari per far praticare le infusioni ai parenti malati tramite le ordinanze dei giudici del lavoro, l’avvocato Maggi ha affidato cause a studi legali esterni per resistere in giudizio e tutelare l’ospedale dalle conseguenze giudiziarie della convenzione attivata con Vannoni, liquidando oltre 2 milioni di euro di spese legali (2 milioni 226 mila euro per la precizione, comprese le spese liquidate agli studi domiciliatari) in affidamento diretto allo studio dell’avvocato Rocco Mangia di Milano. Come consultente legale, infine, dell’Ordine dei medici di Brescia, ha avuto la possibilità di influenzare le risposte date ai medici coinvolti nel caso Stamina che – rivolgendosi all’Ordine, come risulta a ilfattoquotidiano.it – tentavano di far valere il giuramento di Ippocrate contro la “metodica” segreta di Vannoni. “Ritengo di avere la consapevolezza dei potenziali confitti di interesse – spiega l’avvocato Maggi – Ci sono tutta una serie di situazioni che in concreto si possono configurare. Ma di per sé direi assolutamente no”.