“In questa storia ci sono i sommersi e i salvati”. I dirigenti medici e amministrativi degli Spedali Civili di Brescia parlano a fatica. E sempre in luoghi lontani dall’ospedale. Alcuni di loro hanno deciso di raccontare riservatamente a ilfattoquotidiano.it come la Stamina Foundation nell’estate del 2011 è entrata in uno dei centri d’eccellenza della sanità pubblica italiana, quello bresciano: una delle più grandi e quotate aziende ospedaliere d’Europa (la seconda in Italia dopo il San Raffaele di Milano, secondo la classifica Agenas). Da allora, denunciano, agli Spedali Civili si è scatenata una vera e propria “caccia alle streghe” che ha infranto la fiducia tra i vertici dell’ospedale e i suoi medici.
L’azienda ospedaliera bresciana è rimasta coinvolta nell’inchiesta del pm torinese Raffaele Guariniello: alcuni dei suoi medici sono stati accusati di associazione a delinquere con Davide Vannoni (nella foto), il fondatore di Stamina, che lo scorso 18 marzo ha patteggiato, insieme al medico triestino Marino Andolina, una pena di un anno e dieci mesi. Il 16 giugno invece sono uscite le motivazioni della condanna a sei mesi del dirigente dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) Carlo Tomino e a due anni dell’ex socio di Vannoni Marcello La Rosa. Ma dalla prospettiva interna all’ospedale, gli intrighi della vicenda Stamina a Brescia andrebbero ben oltre la ricostruzione della procura di Torino, che contesta l’associazione a delinquere con Vannoni ai medici Fulvio Porta, Arnalda Lanfranchi, Carmen Terraroli e all’ex direttrice sanitaria degli Spedali Civili Ermanna Derelli.
LA DELIBERA: “STAMINA SOGGETTO IDONEO”. Il racconto documentato parte dall’estate del 2011, quando la delibera 460 del 6 giugno 2011, firmata da un dirigente in seguito “promosso” direttore generale, ha aperto la strada alla Stamina Foundation. Quando Stamina approda agli Spedali Civili il direttore generale dell’ospedale, Cornelio Coppini, è gravemente malato. Ad assumere le sue funzioni nei periodi in cui non può presentarsi al lavoro è il direttore amministrativo, Ezio Belleri. Ed ecco un fatto finora mai evidenziato: a firmare la delibera chiave, quella che secondo i giudici di Torino dà inizio al “periodo bresciano” di Stamina (la delibera 460 del 9 giugno 2011, “Accordo di collaborazione con Stamina Foundation Onlus in tema di terapia cellulare”) è proprio il dottor Belleri, che in quella circostanza ricopriva il duplice ruolo di direttore amministrativo e direttore generale facente funzioni, che non è però mai stato indagato dalla procura di Torino né di Brescia. Nel testo della delibera firmata da Belleri si fa riferimento a Stamina come a un “soggetto qualificato ed in possesso di idonea metodica”, specificando, tra l’altro, che il metodo di Vannoni aveva la copertura di due brevetti (rivelatisi poi inesistenti) e sigillando la collaborazione con una clausola di riservatezza della durata di cinque anni (i medici bresciani rinviati a giudizio verranno poi accusati di aver “accettato che la c.d. ‘terapia Stamina’ rimanesse una terapia segreta”).
Chi ha curato la predisposizione dell’accordo tra gli Spedali Civili e la Stamina Foundation di Vannoni, il cui atto viene approvato in fretta il 9 giugno – anche se verrà reso pubblico, violando il termine di 10 giorni previsti dalla legge, più di due mesi dopo, il 17 agosto 2011 – sembra non aver controllato nemmeno le informazioni più semplici, come l’effettiva presenza dei brevetti, o la posizione della Stamina Foundation, all’epoca già indagata per truffa dalla procura di Torino.
UN DELIBERA ANOMALA. Ezio Belleri, il dirigente che ha firmato la prima delibera su Stamina, dopo la morte del Dg Coppini (marzo 2013) viene nominato dalla Regione Lombardia, di concerto con il rettore dell’Università di Brescia e presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, commissario straordinario e poi Direttore generale degli Spedali Civili. In seguito il dottor Belleri – mai indagato dal pm Guariniello – dichiarerà di non essere in grado di rispondere alla domanda, formulata dalla Commissione igiene e sanità del Senato, su come si sia arrivati ad adottare quella delibera.
Eppure dalla documentazione inedita degli uffici amministrativi dell’ospedale, che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare, risulta che nei giorni della stesura della prima delibera Stamina ci furono stretti passaggi del fascicolo proprio tra il dottor Belleri e l’avvocato Fausto Maggi, il legale dell’ospedale, in un momento in cui Belleri concentrava su di sé le funzioni strategiche di direttore generale e di direttore amministrativo degli Spedali Civili.
L’atto che riguarda Stamina – risulta sempre dai documenti consultati da ilfattoquotidiano.it – pare seguire un iter anomalo e non passare dall’Ufficio delibere dell’ospedale. Nella seduta in cui viene adottato poi, il 9 giugno 2011, ai presenti viene fornito solo il titolo di delibera senza il documento esteso. Il testo arriverà molto dopo, in seguito a una fase di elaborazione gestita interamente dall’avvocato Maggi e dal Dg Belleri. Infine, anche il messaggio interno che dà il via libera definitivo all’atto è del dottor Belleri: “Sentito avv. Maggi in ordine ai contenuti della delibera. Va bene!” (12 agosto 2011). Il testo della convenzione con Stamina, che riconosce la copertura dei brevetti, la clausola di riservatezza e il “tacito rinnovo di anno in anno” della collaborazione, è pronta. Verrà poi sottoscritta da Davide Vannoni e dal direttore generale Coppini, al suo rientro dalla malattia, il 28 settembre 2011.
BELLERI AL FATTO.IT: “FU SOLO ATTO DI INDIRIZZO”. Il dottor Ezio Belleri, giovane dirigente della sanità lombarda, oggi è a capo di una delle più grandi e complesse aziende ospedaliere italiane. Il suo ruolo di direttore generale, che verrà confermato a più riprese dalla Regione Lombardia, emerge proprio in piena “tempesta Stamina” e si consolida dopo la morte del dottor Coppini. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’attuale Dg ricorda così i mesi in cui viene adottata la delibera da lui firmata sulla Stamina Foundation: “Su come si è arrivati a quella delibera non sono in condizione di rispondere. L’ordine del giorno della seduta deliberante era stato proposto dal direttore generale (il dottor Coppini, ndr), che l’aveva sottoscritto. Il mercoledì, giorno della settimana nel quale di solito vengono adottate le delibere, il dottor Coppini purtroppo non si è presentato perché la notte non era stato bene. La seduta si è svolta quindi il giorno successivo. Ricordo di averlo sentito telefonicamente e di aver visto velocemente con lui gli atti”.
Il ruolo dell’allora direttore amministrativo facente funzioni di Dg che – ci tiene a precisare il dottor Belleri – “è stato considerato non penalmente rilevante dagli inquirenti”, si sarebbe “limitato in quell’occasione ad adottare un atto che gettava le basi della collaborazione, ma che non determinava l’attivazione della collaborazione stessa”. E sulle carenze della fase istruttoria, Belleri precisa: “Nella fase istruttoria io non sono stato coinvolto. Che dal punto di vista istruttorio qualcosa sul piano formale possa non aver funzionato non sono in grado di valutarlo”.
IL CONTO DELL’AFFARE STAMINA: DUE MILIONI DI SPESE LEGALI. In seguito all’ingresso di Stamina e di Vannoni agli Spedali Civili verranno indagati e rinviati a giudizio la direttrice sanitaria, Ermanna Derelli, il pediatra prescrittore, Fulvio Porta, la responsabile del laboratorio, Arnalda Lanfranchi e del Comitato etico dell’ospedale, Carmen Terraroli: tutti accusati dal pm Raffaele Guariniello di associazione a delinquere con Vannoni fin dal 2006. Dopo l’attivazione della convenzione con Stamina e l’ordinanza dell’Aifa che nel maggio del 2012 ha disposto la sospensione delle infusioni, l’ospedale bresciano è stato costretto a difendersi in giudizio dalle cause intentate dai famigliari dei malati, che chiedevano ai giudici di ordinare la prosecuzione della terapia. Una spesa complessiva, per gli Spedali Civili, di 2 milioni e 226 mila euro liquidati a uno studio legale esterno dall’avvocato Fausto Maggi, lo stesso direttore degli Affari generali e legali dell’azienda che nel 2011 aveva proposto la convenzione con Stamina dichiarandone la completezza, la regolarità tecnica e la legittimità.
La storia della “truffa” di Stamina inizia in un sottoscala di Torino e finisce nella seconda migliore azienda ospedaliera italiana, gli Spedali Civili di Brescia. Chi abbia lavorato per mettere quell’ospedale a disposizione della Stamina Foundation resta, in parte, una domanda senza risposta.
Cronaca
Stamina, per Spedali di Brescia terapia era “idonea”. Grazie a brevetti inesistenti
Documenti e testimonianze inedite raccontano come il metodo di Vannoni ha potuto far breccia nel secondo gruppo ospedaliero italiano. Una delibera anomala, una decisione presa nel 2011 a inchiesta penale già aperta, il ruolo del dg Belleri, confermato a più riprese dalla Regione Lombardia. Risultato finale: oltre due milioni di euro in spese legali per contrastare i ricorsi dei familiari dei pazienti
“In questa storia ci sono i sommersi e i salvati”. I dirigenti medici e amministrativi degli Spedali Civili di Brescia parlano a fatica. E sempre in luoghi lontani dall’ospedale. Alcuni di loro hanno deciso di raccontare riservatamente a ilfattoquotidiano.it come la Stamina Foundation nell’estate del 2011 è entrata in uno dei centri d’eccellenza della sanità pubblica italiana, quello bresciano: una delle più grandi e quotate aziende ospedaliere d’Europa (la seconda in Italia dopo il San Raffaele di Milano, secondo la classifica Agenas). Da allora, denunciano, agli Spedali Civili si è scatenata una vera e propria “caccia alle streghe” che ha infranto la fiducia tra i vertici dell’ospedale e i suoi medici.
L’azienda ospedaliera bresciana è rimasta coinvolta nell’inchiesta del pm torinese Raffaele Guariniello: alcuni dei suoi medici sono stati accusati di associazione a delinquere con Davide Vannoni (nella foto), il fondatore di Stamina, che lo scorso 18 marzo ha patteggiato, insieme al medico triestino Marino Andolina, una pena di un anno e dieci mesi. Il 16 giugno invece sono uscite le motivazioni della condanna a sei mesi del dirigente dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) Carlo Tomino e a due anni dell’ex socio di Vannoni Marcello La Rosa. Ma dalla prospettiva interna all’ospedale, gli intrighi della vicenda Stamina a Brescia andrebbero ben oltre la ricostruzione della procura di Torino, che contesta l’associazione a delinquere con Vannoni ai medici Fulvio Porta, Arnalda Lanfranchi, Carmen Terraroli e all’ex direttrice sanitaria degli Spedali Civili Ermanna Derelli.
LA DELIBERA: “STAMINA SOGGETTO IDONEO”. Il racconto documentato parte dall’estate del 2011, quando la delibera 460 del 6 giugno 2011, firmata da un dirigente in seguito “promosso” direttore generale, ha aperto la strada alla Stamina Foundation. Quando Stamina approda agli Spedali Civili il direttore generale dell’ospedale, Cornelio Coppini, è gravemente malato. Ad assumere le sue funzioni nei periodi in cui non può presentarsi al lavoro è il direttore amministrativo, Ezio Belleri. Ed ecco un fatto finora mai evidenziato: a firmare la delibera chiave, quella che secondo i giudici di Torino dà inizio al “periodo bresciano” di Stamina (la delibera 460 del 9 giugno 2011, “Accordo di collaborazione con Stamina Foundation Onlus in tema di terapia cellulare”) è proprio il dottor Belleri, che in quella circostanza ricopriva il duplice ruolo di direttore amministrativo e direttore generale facente funzioni, che non è però mai stato indagato dalla procura di Torino né di Brescia. Nel testo della delibera firmata da Belleri si fa riferimento a Stamina come a un “soggetto qualificato ed in possesso di idonea metodica”, specificando, tra l’altro, che il metodo di Vannoni aveva la copertura di due brevetti (rivelatisi poi inesistenti) e sigillando la collaborazione con una clausola di riservatezza della durata di cinque anni (i medici bresciani rinviati a giudizio verranno poi accusati di aver “accettato che la c.d. ‘terapia Stamina’ rimanesse una terapia segreta”).
Chi ha curato la predisposizione dell’accordo tra gli Spedali Civili e la Stamina Foundation di Vannoni, il cui atto viene approvato in fretta il 9 giugno – anche se verrà reso pubblico, violando il termine di 10 giorni previsti dalla legge, più di due mesi dopo, il 17 agosto 2011 – sembra non aver controllato nemmeno le informazioni più semplici, come l’effettiva presenza dei brevetti, o la posizione della Stamina Foundation, all’epoca già indagata per truffa dalla procura di Torino.
UN DELIBERA ANOMALA. Ezio Belleri, il dirigente che ha firmato la prima delibera su Stamina, dopo la morte del Dg Coppini (marzo 2013) viene nominato dalla Regione Lombardia, di concerto con il rettore dell’Università di Brescia e presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, commissario straordinario e poi Direttore generale degli Spedali Civili. In seguito il dottor Belleri – mai indagato dal pm Guariniello – dichiarerà di non essere in grado di rispondere alla domanda, formulata dalla Commissione igiene e sanità del Senato, su come si sia arrivati ad adottare quella delibera.
Eppure dalla documentazione inedita degli uffici amministrativi dell’ospedale, che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare, risulta che nei giorni della stesura della prima delibera Stamina ci furono stretti passaggi del fascicolo proprio tra il dottor Belleri e l’avvocato Fausto Maggi, il legale dell’ospedale, in un momento in cui Belleri concentrava su di sé le funzioni strategiche di direttore generale e di direttore amministrativo degli Spedali Civili.
L’atto che riguarda Stamina – risulta sempre dai documenti consultati da ilfattoquotidiano.it – pare seguire un iter anomalo e non passare dall’Ufficio delibere dell’ospedale. Nella seduta in cui viene adottato poi, il 9 giugno 2011, ai presenti viene fornito solo il titolo di delibera senza il documento esteso. Il testo arriverà molto dopo, in seguito a una fase di elaborazione gestita interamente dall’avvocato Maggi e dal Dg Belleri. Infine, anche il messaggio interno che dà il via libera definitivo all’atto è del dottor Belleri: “Sentito avv. Maggi in ordine ai contenuti della delibera. Va bene!” (12 agosto 2011). Il testo della convenzione con Stamina, che riconosce la copertura dei brevetti, la clausola di riservatezza e il “tacito rinnovo di anno in anno” della collaborazione, è pronta. Verrà poi sottoscritta da Davide Vannoni e dal direttore generale Coppini, al suo rientro dalla malattia, il 28 settembre 2011.
BELLERI AL FATTO.IT: “FU SOLO ATTO DI INDIRIZZO”. Il dottor Ezio Belleri, giovane dirigente della sanità lombarda, oggi è a capo di una delle più grandi e complesse aziende ospedaliere italiane. Il suo ruolo di direttore generale, che verrà confermato a più riprese dalla Regione Lombardia, emerge proprio in piena “tempesta Stamina” e si consolida dopo la morte del dottor Coppini. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’attuale Dg ricorda così i mesi in cui viene adottata la delibera da lui firmata sulla Stamina Foundation: “Su come si è arrivati a quella delibera non sono in condizione di rispondere. L’ordine del giorno della seduta deliberante era stato proposto dal direttore generale (il dottor Coppini, ndr), che l’aveva sottoscritto. Il mercoledì, giorno della settimana nel quale di solito vengono adottate le delibere, il dottor Coppini purtroppo non si è presentato perché la notte non era stato bene. La seduta si è svolta quindi il giorno successivo. Ricordo di averlo sentito telefonicamente e di aver visto velocemente con lui gli atti”.
Il ruolo dell’allora direttore amministrativo facente funzioni di Dg che – ci tiene a precisare il dottor Belleri – “è stato considerato non penalmente rilevante dagli inquirenti”, si sarebbe “limitato in quell’occasione ad adottare un atto che gettava le basi della collaborazione, ma che non determinava l’attivazione della collaborazione stessa”. E sulle carenze della fase istruttoria, Belleri precisa: “Nella fase istruttoria io non sono stato coinvolto. Che dal punto di vista istruttorio qualcosa sul piano formale possa non aver funzionato non sono in grado di valutarlo”.
IL CONTO DELL’AFFARE STAMINA: DUE MILIONI DI SPESE LEGALI. In seguito all’ingresso di Stamina e di Vannoni agli Spedali Civili verranno indagati e rinviati a giudizio la direttrice sanitaria, Ermanna Derelli, il pediatra prescrittore, Fulvio Porta, la responsabile del laboratorio, Arnalda Lanfranchi e del Comitato etico dell’ospedale, Carmen Terraroli: tutti accusati dal pm Raffaele Guariniello di associazione a delinquere con Vannoni fin dal 2006. Dopo l’attivazione della convenzione con Stamina e l’ordinanza dell’Aifa che nel maggio del 2012 ha disposto la sospensione delle infusioni, l’ospedale bresciano è stato costretto a difendersi in giudizio dalle cause intentate dai famigliari dei malati, che chiedevano ai giudici di ordinare la prosecuzione della terapia. Una spesa complessiva, per gli Spedali Civili, di 2 milioni e 226 mila euro liquidati a uno studio legale esterno dall’avvocato Fausto Maggi, lo stesso direttore degli Affari generali e legali dell’azienda che nel 2011 aveva proposto la convenzione con Stamina dichiarandone la completezza, la regolarità tecnica e la legittimità.
La storia della “truffa” di Stamina inizia in un sottoscala di Torino e finisce nella seconda migliore azienda ospedaliera italiana, gli Spedali Civili di Brescia. Chi abbia lavorato per mettere quell’ospedale a disposizione della Stamina Foundation resta, in parte, una domanda senza risposta.
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Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.