Documenti e testimonianze inedite raccontano come il metodo di Vannoni ha potuto far breccia nel secondo gruppo ospedaliero italiano. Una delibera anomala, una decisione presa nel 2011 a inchiesta penale già aperta, il ruolo del dg Belleri, confermato a più riprese dalla Regione Lombardia. Risultato finale: oltre due milioni di euro in spese legali per contrastare i ricorsi dei familiari dei pazienti
“In questa storia ci sono i sommersi e i salvati”. I dirigenti medici e amministrativi degli Spedali Civili di Brescia parlano a fatica. E sempre in luoghi lontani dall’ospedale. Alcuni di loro hanno deciso di raccontare riservatamente a ilfattoquotidiano.it come la Stamina Foundation nell’estate del 2011 è entrata in uno dei centri d’eccellenza della sanità pubblica italiana, quello bresciano: una delle più grandi e quotate aziende ospedaliere d’Europa (la seconda in Italia dopo il San Raffaele di Milano, secondo la classifica Agenas). Da allora, denunciano, agli Spedali Civili si è scatenata una vera e propria “caccia alle streghe” che ha infranto la fiducia tra i vertici dell’ospedale e i suoi medici.
L’azienda ospedaliera bresciana è rimasta coinvolta nell’inchiesta del pm torinese Raffaele Guariniello: alcuni dei suoi medici sono stati accusati di associazione a delinquere con Davide Vannoni (nella foto), il fondatore di Stamina, che lo scorso 18 marzo ha patteggiato, insieme al medico triestino Marino Andolina, una pena di un anno e dieci mesi. Il 16 giugno invece sono uscite le motivazioni della condanna a sei mesi del dirigente dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) Carlo Tomino e a due anni dell’ex socio di Vannoni Marcello La Rosa. Ma dalla prospettiva interna all’ospedale, gli intrighi della vicenda Stamina a Brescia andrebbero ben oltre la ricostruzione della procura di Torino, che contesta l’associazione a delinquere con Vannoni ai medici Fulvio Porta, Arnalda Lanfranchi, Carmen Terraroli e all’ex direttrice sanitaria degli Spedali Civili Ermanna Derelli.
LA DELIBERA: “STAMINA SOGGETTO IDONEO”. Il racconto documentato parte dall’estate del 2011, quando la delibera 460 del 6 giugno 2011, firmata da un dirigente in seguito “promosso” direttore generale, ha aperto la strada alla Stamina Foundation. Quando Stamina approda agli Spedali Civili il direttore generale dell’ospedale, Cornelio Coppini, è gravemente malato. Ad assumere le sue funzioni nei periodi in cui non può presentarsi al lavoro è il direttore amministrativo, Ezio Belleri. Ed ecco un fatto finora mai evidenziato: a firmare la delibera chiave, quella che secondo i giudici di Torino dà inizio al “periodo bresciano” di Stamina (la delibera 460 del 9 giugno 2011, “Accordo di collaborazione con Stamina Foundation Onlus in tema di terapia cellulare”) è proprio il dottor Belleri, che in quella circostanza ricopriva il duplice ruolo di direttore amministrativo e direttore generale facente funzioni, che non è però mai stato indagato dalla procura di Torino né di Brescia. Nel testo della delibera firmata da Belleri si fa riferimento a Stamina come a un “soggetto qualificato ed in possesso di idonea metodica”, specificando, tra l’altro, che il metodo di Vannoni aveva la copertura di due brevetti (rivelatisi poi inesistenti) e sigillando la collaborazione con una clausola di riservatezza della durata di cinque anni (i medici bresciani rinviati a giudizio verranno poi accusati di aver “accettato che la c.d. ‘terapia Stamina’ rimanesse una terapia segreta”).
Chi ha curato la predisposizione dell’accordo tra gli Spedali Civili e la Stamina Foundation di Vannoni, il cui atto viene approvato in fretta il 9 giugno – anche se verrà reso pubblico, violando il termine di 10 giorni previsti dalla legge, più di due mesi dopo, il 17 agosto 2011 – sembra non aver controllato nemmeno le informazioni più semplici, come l’effettiva presenza dei brevetti, o la posizione della Stamina Foundation, all’epoca già indagata per truffa dalla procura di Torino.
UN DELIBERA ANOMALA. Ezio Belleri, il dirigente che ha firmato la prima delibera su Stamina, dopo la morte del Dg Coppini (marzo 2013) viene nominato dalla Regione Lombardia, di concerto con il rettore dell’Università di Brescia e presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, commissario straordinario e poi Direttore generale degli Spedali Civili. In seguito il dottor Belleri – mai indagato dal pm Guariniello – dichiarerà di non essere in grado di rispondere alla domanda, formulata dalla Commissione igiene e sanità del Senato, su come si sia arrivati ad adottare quella delibera.
Eppure dalla documentazione inedita degli uffici amministrativi dell’ospedale, che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare, risulta che nei giorni della stesura della prima delibera Stamina ci furono stretti passaggi del fascicolo proprio tra il dottor Belleri e l’avvocato Fausto Maggi, il legale dell’ospedale, in un momento in cui Belleri concentrava su di sé le funzioni strategiche di direttore generale e di direttore amministrativo degli Spedali Civili.
L’atto che riguarda Stamina – risulta sempre dai documenti consultati da ilfattoquotidiano.it – pare seguire un iter anomalo e non passare dall’Ufficio delibere dell’ospedale. Nella seduta in cui viene adottato poi, il 9 giugno 2011, ai presenti viene fornito solo il titolo di delibera senza il documento esteso. Il testo arriverà molto dopo, in seguito a una fase di elaborazione gestita interamente dall’avvocato Maggi e dal Dg Belleri. Infine, anche il messaggio interno che dà il via libera definitivo all’atto è del dottor Belleri: “Sentito avv. Maggi in ordine ai contenuti della delibera. Va bene!” (12 agosto 2011). Il testo della convenzione con Stamina, che riconosce la copertura dei brevetti, la clausola di riservatezza e il “tacito rinnovo di anno in anno” della collaborazione, è pronta. Verrà poi sottoscritta da Davide Vannoni e dal direttore generale Coppini, al suo rientro dalla malattia, il 28 settembre 2011.
BELLERI AL FATTO.IT: “FU SOLO ATTO DI INDIRIZZO”. Il dottor Ezio Belleri, giovane dirigente della sanità lombarda, oggi è a capo di una delle più grandi e complesse aziende ospedaliere italiane. Il suo ruolo di direttore generale, che verrà confermato a più riprese dalla Regione Lombardia, emerge proprio in piena “tempesta Stamina” e si consolida dopo la morte del dottor Coppini. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’attuale Dg ricorda così i mesi in cui viene adottata la delibera da lui firmata sulla Stamina Foundation: “Su come si è arrivati a quella delibera non sono in condizione di rispondere. L’ordine del giorno della seduta deliberante era stato proposto dal direttore generale (il dottor Coppini, ndr), che l’aveva sottoscritto. Il mercoledì, giorno della settimana nel quale di solito vengono adottate le delibere, il dottor Coppini purtroppo non si è presentato perché la notte non era stato bene. La seduta si è svolta quindi il giorno successivo. Ricordo di averlo sentito telefonicamente e di aver visto velocemente con lui gli atti”.
Il ruolo dell’allora direttore amministrativo facente funzioni di Dg che – ci tiene a precisare il dottor Belleri – “è stato considerato non penalmente rilevante dagli inquirenti”, si sarebbe “limitato in quell’occasione ad adottare un atto che gettava le basi della collaborazione, ma che non determinava l’attivazione della collaborazione stessa”. E sulle carenze della fase istruttoria, Belleri precisa: “Nella fase istruttoria io non sono stato coinvolto. Che dal punto di vista istruttorio qualcosa sul piano formale possa non aver funzionato non sono in grado di valutarlo”.
IL CONTO DELL’AFFARE STAMINA: DUE MILIONI DI SPESE LEGALI. In seguito all’ingresso di Stamina e di Vannoni agli Spedali Civili verranno indagati e rinviati a giudizio la direttrice sanitaria, Ermanna Derelli, il pediatra prescrittore, Fulvio Porta, la responsabile del laboratorio, Arnalda Lanfranchi e del Comitato etico dell’ospedale, Carmen Terraroli: tutti accusati dal pm Raffaele Guariniello di associazione a delinquere con Vannoni fin dal 2006. Dopo l’attivazione della convenzione con Stamina e l’ordinanza dell’Aifa che nel maggio del 2012 ha disposto la sospensione delle infusioni, l’ospedale bresciano è stato costretto a difendersi in giudizio dalle cause intentate dai famigliari dei malati, che chiedevano ai giudici di ordinare la prosecuzione della terapia. Una spesa complessiva, per gli Spedali Civili, di 2 milioni e 226 mila euro liquidati a uno studio legale esterno dall’avvocato Fausto Maggi, lo stesso direttore degli Affari generali e legali dell’azienda che nel 2011 aveva proposto la convenzione con Stamina dichiarandone la completezza, la regolarità tecnica e la legittimità.
La storia della “truffa” di Stamina inizia in un sottoscala di Torino e finisce nella seconda migliore azienda ospedaliera italiana, gli Spedali Civili di Brescia. Chi abbia lavorato per mettere quell’ospedale a disposizione della Stamina Foundation resta, in parte, una domanda senza risposta.