Giustizia & Impunità

Strage di Viareggio, sei anni dopo: la politica chi protegge?

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Anche quest’anno il 29 giugno Viareggio ricorda le 32 vittime bruciate dal terribile incendio del 2009 scaturito dal Gpl fuoriuscito da una cisterna deragliata in stazione. Anche quest’anno i familiari delle vittime riunite nell’Associazione Il Mondo che vorrei e Assemblea 29 giugno saranno in prima fila per ricordare i propri familiari ma anche per chiedere giustizia. Una giustizia che quest’anno sembra allontanarsi dato il rischio che il reato di incendio colposo cada in prescrizione.

Marco Piagentini, rimasto gravemente ustionato quella tragica notte, chiede che venga fermato questo nefasto conto alla rovescia che non darebbe giustizia alla moglie Stefania di 40 anni e i due figli Luca di 4 anni e Lorenzo di 17 mesi. Se cade in prescrizione il reato di incendio colposo chi e cosa avrà ucciso la sua famiglia? Non è accettabile che in un Paese civile i grandi processi (si pensi al caso dell’Eternit) vadano in prescrizione. Non sarebbe auspicabile che nella fattispecie il governo usi la stessa solerzia manifestata per salvare le banche?

Non è più accettabile assistere alla totale assenza delle istituzioni. A partire dall’ex presidenza della Repubblica, che non ha mai accolto l’invito ad incontrare i familiari delle vittime e contestualmente ha insignito Mauro Moretti del titolo di cavaliere del lavoro. Quel Cavalier Moretti rinviato a giudizio dal Tribunale di Lucca per strage e poi promosso dall’attuale presidente del consiglio alla direzione generale del gruppo Finmeccanica.

L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta (anch’egli non eletto dal popolo per ricoprire tale carica) invece decise di non far costituire lo Stato come parte civile al processo e avviare una transazione con le assicurazioni di Fs e Gatx (la società proprietaria del convoglio che deragliò) anteponendo l’aspetto economico rispetto alla ricerca della verità. L’incapacità di cogliere il dolore si registra anche a livello regionale dove Enrico Rossi, il governatore della Toscana ha fatto infuriare parenti e amici delle vittime perché nel maggio scorso non si è presentato al Tribunale di Lucca a testimoniare. Daniela Rombi, presidente dell’associazione ‘Il Mondo che vorrei’, che ha perso la figlia Emanuela dopo 42 giorni di agonia, ha dichiarato: “Non un cittadino qualunque, ma il presidente della nostra Regione, dopo ben cinque chiamate a testimoniare, non ha avuto la faccia di presentarsi né il garbo di giustificare la sua assenza“.

In questa triste saga della malapolitica i familiari delle vittime auspicavano che il nuovo presidente della Repubblica desse un segnale d’inversione di tendenza e accogliesse il loro invito a riceverli al Quirinale, “la casa degli italiani” come definita dallo stesso Mattarella al suo insediamento. Ma quella porta resterà ancora chiusa per chi ha perso figli o genitori, il presidente tramite un portavoce ha fatto sapere che non vuole interferire con il processo in corso. Pertini avrebbe fatto lo stesso?

A Mattarella gli si chiedeva solo un incontro, del resto il 2 giugno proprio al Quirinale anche Moretti con consorte era stato invitato alla festa della Repubblica. Da Mattarella ci si aspettava un segnale che finalmente contraddicesse la mesta constatazione che in ogni tragedia italica le istituzioni sono dalla parte dei potentati economico-finanziari e non dei cittadini.

Ora una porta a cui vogliono bussare i familiari delle vittime è quella di Papa Francesco, forse di questi tempi l’unica davvero aperta ai cittadini e chiusa per i poteri forti come dimostra la sua ultima enciclica. Viareggio è un campione rappresentativo di come la politica della rappresentanza sia agonizzante. La mesta constatazione che la politica nostrana in tutte le sue declinazioni istituzionali è sempre più distante dai problemi reali dei cittadini.

Intanto stasera a partire alle 20.30 dal luogo della strage partirà il lungo e silenzioso corteo che attraverserà tutta la città; Matteo Renzi ha fatto sapere che non potrà partecipare.