I due capi della app di ride sharing saranno interrogati. Intanto le autorità francesi schierano 200 agenti in più per individuare gli "autisti clandestini". Il ministro dell'Interno Cazeneuve aveva definito il servizio "illegale"
Fermati due capi della filiale francese di UberPop: si chiamano Thibault De Saint-Phalle e Pierre-Dimitri Gore-Coty. La polizia è intervenuta per le indagini sulla app di ride sharing, che il prefetto di Parigi ha vietato dopo le manifestazioni dei tassisti. L’inchiesta è scattata per “servizi illegali e dissimulazione di dati informatici” e ora i due dirigenti della UberPop saranno interrogati.
Tutto questo mentre le autorità francesi hanno deciso di dispiegare 200 agenti in più per individuare e fermare gli autisti clandestini. Ad occuparsene sarà la brigata “Boers” della polizia parigina, specializzata nel controllo e nell’attività dei taxi. Già da settimane, la brigata moltiplica i controlli per smascherare gli UberPop, un’attività ritenuta “illegale” dallo stesso ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. Giovedì scorso, il prefetto di polizia ha vietato UberPop per decreto dopo la richiesta del governo.
Il 25 giugno in varie parti della Francia, ma soprattutto nella Capitale, si erano verificate violente proteste dei tassisti proprio contro UberPop, con più di 2.800 auto mobilitate in tutto lo Stato in una grande manifestazione nazionale. Le proteste erano tuttavia degenerate in tafferugli, copertoni dati alle fiamme e macchine ribaltate. I tassisti avevano anche bloccato gli accessi dei principali aeroporti e di alcune stazioni ferroviarie. Poliziotti in tenuta antisommossa erano intervenuti con lanci di lacrimogeni per sedare gli animi. Diverse auto di Uber erano state bloccate, tra cui quella della cantante statunitense Courtney Love e i tassisti si erano scusati con i cittadini dicendo di essere “spiacenti di tenere gli automobilisti e i clienti in ostaggio. Ma dobbiamo far fronte alle continue provocazioni di Uber a cui possiamo rispondere in un solo modo, con la fermezza”.