I favoriti sono 3: Novak Djokovic, Andy Murray e Roger Federer. Non a caso, gli ultimi 3 vincitori del torneo più ricco e forse prestigioso del mondo del tennis arrivano all’appuntamento con Wimbledon con ambizioni di vittoria supportate dai risultati e uno stato di forma ottimo. Se la forma è fondamentale per scendere sul prato inglese, i dettagli servono a completare il quadro ideale che ogni appassionato tratteggia nella sua mente prima che le chiacchiere lascino spazio alle partite.
Sorprese a parte, torniamo ai nostri 3: Djokovic, il numero 1 del mondo, colui che se non avesse perso la finale del Roland Garros sarebbe l’unico possibile favorito vista la stagione stratosferica che sta portando avanti (41 vittorie e 3 sole sconfitte). Le lacrime parigine del serbo erano diverse da quelle della “leggenda” Roger Federer, un anno fa, sul “suo” prato, quello conquistato sette volte e sfiorato nel 2014 dopo un grande match con Djokovic. Federer pianse consapevole del tempo che scorre e delle occasioni che diventano sempre meno. Sogna un altro slam, il 18esimo, e se c’è un luogo dove lo svizzero può ancora sognare di fermare il tempo, quello è Wimbledon.
I tre affilano le racchette ma in questo quadro immaginario ci ritroveremo alle semifinali dove i protagonisti sono sempre in quattro e non sappiamo cosa, il “grande artista”, il destino, ci riserverà. Nulla è già scritto e voglio chiudere con le parole di uno che Wimbledon l’ha vinto tre volte, John McEnroe “Ogni match meriterebbe di essere pensato allo stesso modo di un pittore davanti a una tela ancora candida. Quanto meno, questo è il tennis che piacerebbe a me”.