La seconda bocciatura del bilancio mette sotto scacco Mario Macalli. Uno stop che, unito alle inchieste di Catania e Catanzaro, porta il Coni a definire “incandescente” la situazione del calcio italiano. Il presidente della Lega Pro, squalificato fino ad agosto per la vicenda Pergocrema, è ora accerchiato, ma nel mirino di Malagò finisce tutta la Figc con parole che sanno di ultimo avviso. Con ordine.
L’assemblea della terza lega italiana ha detto nuovamente ‘no’ al consuntivo del 2013/14 con 38 voti contrari, 23 favorevoli, 2 astenuti e 6 assenti, una votazione che non potrà far altro che peggiorare il clima arroventato degli ultimi mesi. Alla fronda interna però Macalli deve aggiungere ora il fuoco amico di Carlo Tavecchio. Il numero uno della Figc appare intenzionato a intervenire pesantemente sulla Lega Pro per mettere fine all’ingovernabilità regnante da dicembre, quando il bilancio venne bocciato per la prima volta.
Il parere negativo espresso dall’assemblea non è vincolante dal punto di vista politico, come stabilito dal Collegio di garanzia. Ma nelle intenzioni di chi ha votato per il no appare chiara la volontà di sfiduciare la governance della lega, dove Macalli regna da quasi due decenni. Di traverso si mettono però le norme. Se il presidente dovesse optare per un passo indietro potrebbe indire nuove elezioni, una volontà espressa durante le due ore di dibattito dal vicepresidente Antonio Rizzo e dai consiglieri Alessandro Barilli e Giovanni Lombardi. Il tutto dopo che la magistratura e la Procura federale avranno terminato le indagini sui recenti casi di illeciti. Ma se Macalli dovesse decidere di resistere o non dovessero esserci le condizioni per votare, il Consiglio federale – su input di Tavecchio – sarebbe pronto a commissariare la Lega Pro. A stroncare eventuali difese in trincea o ulteriori attese è arrivato però il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Il commissariamento della Lega Pro è più di un rischio. Ho parlato con Tavecchio e sa che non si può scherzare – ha detto – Lo statuto prevede che ci sia un passaggio per la convocazione del consiglio, perché forse all’epoca non si erano previste situazioni di stallo come questa. Di fatto serve una forma di intervento per una nuova elezione o per commissariare, a prescindere da questi aspetti regolamentari”. Il caos di questi mesi non è più tollerabile e la baraonda attorno a Macalli è alla base dell’indagine aperta dalla Procura di Napoli che vede indagato Claudio Lotito per tentata estorsione. Una situazione aggravata dall’inchiesta di Catanzaro e dalla precarietà economica di molti club.
Oggi (30 giugno) scadono i termini per le iscrizioni e nella sede di Firenze sono tanti gli incartamenti giunti incompleti. Praticamente scomparso il Monza, procedono a passo d’addio anche Grosseto e Castiglione, neopromosso dalla Serie D. Sono deficitarie le richieste di Martina, Reggina, Venezia, Varese, Paganese, Ischia e Vigor Lamezia, per le quali manca la fideiussione bancaria di 400mila euro indispensabile per l’ottenimento della licenza. E nel corso della giornata altre società potrebbero depositare faldoni da perfezionare (c’è tempo fino al 14 luglio).
Sull’organizzazione del campionato pende la questione ripescaggi. Si potrebbero infatti liberare tre posti in Serie B, uno dettato dal fallimento del Parma e l’altro per l’eventuale accertamento degli illeciti di Catania e Teramo. In pole position per la promozione d’ufficio ci sono Virtus Entella e Ascoli, con Brescia, Reggiana e Lecce in corsa per l’eventuale terza chiamata. Oltre al terremoto che potrebbe essere provocato dal calcioscommesse che costringerà il procuratore Palazzi ha un tour de force.
E Malagò si è espresso anche sull’esigenza che la giustizia sportiva sia celere: “Per ciò che riguarda il nostro appoggio anche se siamo un organo terzo, diamo la massima disponibilità a supportare in termini di velocità della pratica – ha detto il presidente del Coni – perché non ci devono essere alibi in questo senso. È chiaro che se questo non dovesse avvenire sono a rischio le partenze dei campionati, l’iscrizione delle squadre e questa è una cosa che il Coni non può accettare”. Un invito che suona più come un ultimatum. “Mi sembra che dalla Lega Dilettanti alla Lega Pro ed alla Lega B, e mi dispiace per il presidente Abodi che ovviamente è vittima di questa vicenda, ci sia una situazione che sta diventando incandescente”.