L’Onda Pride non si ferma. Dopo i successi delle settimane precedenti, tra Roma e le grandi città del nord, la marcia per l’orgoglio Lgbt toccherà questo week end le realtà più periferiche, ma non per questo meno importanti. Già il 27 giugno si è manifestato a Cagliari e Perugia, con una grande partecipazione di moltissimi/e eterosessuali che hanno ritenuto doveroso stare accanto alla gay community per dire sì al matrimonio egualitario e per la difesa di tutte le famiglie, anche quelle omogenitoriali.
“È il nostro quarto pride” dichiara Michele Pipia, di Arc Cagliari, “in città, di anno in anno, la situazione sta cambiando. C’è un clima di grandissima partecipazione: molte realtà commerciali hanno voluto le magliette per far sfilare i propri dipendenti e c’è pure grande disponibilità da parte dell’amministrazione comunale. A livello politico stiamo aprendo fronti di dialogo pure con l’opposizione di centro-destra”. Cambiamento culturale dovuto anche all’offerta che il movimento offre alla città grazie a eventi quali la Queeresima e il Queer Short Film Festival.
Novità simili si registrano anche nel capoluogo umbro: “In questi tre anni ho visto crescere in modo esponenziale la partecipazione al nostro pride. È lo spirito delle persone che mi ha emozionato”, dice Mimmo Albertini, presidente di Omphalos, l’associazione Lgbt che ha organizzato l’evento. “Lo scorso anno alcuni negozianti non hanno preso parte alla nostra manifestazione e chi aveva aderito, lo ha fatto non senza remore. Quest’anno tutti hanno partecipato anche con iniziative private. Ciò conferma la rivoluzione in corso a Perugia“. È nato così il Pride Village, “evento unico nel panorama italiano. Tre giorni di musica, cultura e dibattiti nati dal lavoro completamente volontario della comunità Lgbt stessa” aggiunge Stefano Bucaioni, “un ottimo modo per una città di medio piccole dimensioni come la nostra di contaminarsi e riflettere sulle nostre rivendicazioni”. Concorda Lorenzo Ermenegildi, del gruppo giovani di Omphalos: “La nostra comunità è sempre più consapevole e attiva e partecipa alle manifestazioni che la riguardano. Il successo di questa edizione lo dimostra ampiamente”.
Questa settimana l’orgoglio Lgbt toccherà anche Foggia: “ll Puglia Pride è alla sua seconda edizione e nasce del desiderio di volontarie e volontari di associazioni che si occupano del benessere e delle rivendicazioni delle persone Lgbti”, afferma Luigi Lioce, tra i responsabili della manifestazione che avrà come madrina Vladimir Luxuria. Bisognerà esserci, dice ancora Lioce, per tre ragioni: “O perché non ci siete mai stati, o perché lo avete già fatto e sapete quanto è meraviglioso esserci oppure perché potrete vedere con i vostri occhi cos’è un pride. E poi ve lo facciamo sotto casa, cosa volete di più?”.
A Catania, infine, si svolgerà il terzo pride tematico: dopo quelli dedicati alla tutela delle persone sieropositive e ai diritti del mondo del lavoro, quest’anno nel capoluogo etneo si parlerà di “Io, corpo ed eros”. La manifestazione si arricchisce, per altro, del contributo delle associazioni studentesche. “È una occasione importante per aprirsi alla città e per portare quest’anno anche il nostro “colore” a quelli della parata” dichiara Francesca Milone, vicepresidente di Queer As Unict, che insiste sull’importanza dell’attivismo politico dentro il mondo universitario. “Percepisco, da parte di chi si avvicina all’associazione, la voglia di confronto, di un “safe place” dove poter arricchire il bagaglio personale su tutti quei temi che ci riguardano. Certo, avverto anche il timore di esporsi da parte di qualcuno, nel suo percorso di accettazione» ma la partecipazione al pride sta giovando anche su questi percorsi.
“Il nostro è uno dei pride più militanti d’Italia” ricorda Alessandro Motta, presidente di Arcigay Catania “è la testimonianza della nostra comunità anche nei luoghi più periferici. Per la sua natura, la nostra manifestazione permette una grande sperimentazione sui contenuti e serve, più in generale, a dare autorevolezza alle nostre istanze non solo dentro la comunità stessa, ma anche nei rapporti con le istituzioni e la cittadinanza tutta”. E i risultati si vedono: “Abbiamo fatto l’unico pride invernale della storia del movimento italiano, il 21 dicembre 2014. Non è un caso che due giorni dopo la giunta cittadina si sia riunita per deliberare sul registro delle unioni civili. Obiettivo che è stato poi ottenuto”.
Rinsaldare la propria comunità e costruire ponti con il resto della cittadinanza: i pride locali, piccoli e grandi che siano, riescono a fare questo. Creare maggiore coesione sociale. Chi c’è stato (e chi ci sarà), sa cosa questo possa significare. Per questo la provincia si colora con l’arcobaleno, per abbattere il grigiore della diffidenza. Non resta che scendere in piazza, il 4 luglio, e gridarlo.