Assieme a Damiano Damiani inventò il western politico in Italia. Celebre la sua triade, quasi all’esordio dietro la macchina da presa, con La resa dei conti (1967), Faccia a faccia (1968) e Corri uomo corri (1968) interpretati da Thomas Milian
Addio ‘cuchillo’ Sergio. È morto a Roma, all’età di 94 anni, il regista romano Sergio Sollima, colui che assieme a Damiano Damiani inventò il western politico in Italia. Celebre, infatti, la sua triade, quasi all’esordio dietro la macchina da presa con La resa dei conti (1967), Faccia a faccia (1968) e Corri uomo corri (1968) interpretati da Thomas Milian. Altrettanto popolare il nome di Sollima diventerà dieci anni dopo per la regia dello sceneggiato tv Sandokan.
Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia l’artista romano iniziò negli anni Cinquanta come sceneggiatore, poi esordì con un episodio del film L’amore difficile (1962) con Claudia Mori, successivamente tra il ’65 e il ’66 i due thriller Agente 3S3: Passaporto per l’inferno e Agente 3S3: Massacro al sole, firmati però con lo pseudonimo di Simon Sterling, ampiamente sottovalutati dalla critica anche se preconizzarono l’avvento di James Bond; infine i tre titoli che lo consacrano nell’olimpo dell’allora dirompente western all’italiana. Grazie a Per un pugno di dollari (1964) dell’amico Sergio Leone si apre il filone aurifero di un genere che ebbe diversi sottogeneri, di cui Sollima, assieme a Damiano Damiani, Giulio Petroni, Duccio Tessari e all’incredibile Se sei vivo spara di Giulio Questi, rappresentò la variante più ricca di un sottotesto “politico” più vivo. Dapprima con Franco Solinas al soggetto di La resa dei conti, poi con Milian e Volonté in Faccia a faccia, straordinario esempio di approfondite psicologie dei personaggi nonostante le ferree regole del genere. “In tutti i miei film racconto come la gente può cambiare esistenza. Questo mi è nato dalla mia partecipazione alla Resistenza. Soprattutto da quell’8 settembre: io ero insieme a Visconti, De Santis, e Milla”, spiegò Sollima in una bella intervista a Fabio Zanello pubblicata su SentieriSelvaggi.it.
Sollima divenne in pochi anni un nome affidabile e riconosciuto anche fuori dall’Italia: così arrivarono il thriller Città Violenta (1970) con Charles Bronson prodotto nientemeno che dalla United Artists; il poliziesco Revolver (1973) con Oliver Reed e infine il successo di pubblico dell’arrembante tv italiana: lo sceneggiato televisivo Sandokan con Kabir Bedi e Philippe Leroy. “Sono molto affezionato a Sandokan. All’epoca l’hanno visto 27 milioni e mezzo di adulti”, spiegò Sollima sempre a Zanello. “Lo trassi da Le tigri di Mompracem. Emilio Salgari è uno scrittore ricco di qualità. Dovresti leggere il suo ciclo del West. Del resto nel 1905 chi cazzo sapeva come era fatta la frontiera?”. Sergio è papà di Stefano Sollima, noto per le serie tv di Romanzo criminale e Gomorra, nonché del film ACAB (2012) con Pierfrancesco Favino. La camera ardente di Sergio Sollima si terrà venerdì 3 luglio 2015 dalle 10 alle 13 presso la Casa del Cinema di largo Marcello Mastroianni a Roma.