Il disegno di legge annuale sulla concorrenza in discussione al Parlamento “rappresenta una occasione unica per modificare in un’ottica pro-concorrenziale la normativa sui servizi di trasporto pubblico non di linea” e, “quanto al tema delle nuove piattaforme tecnologiche per la mobilità non di linea, appare ormai ineludibile una novella normativa volta ad una regolamentazione di queste nuove figure (piattaforme online per smartphone e tablet ed autisti non professionisti)”.
A dirlo, lo scorso 24 giugno, è stato Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato, in audizione davanti alle Commissioni riunite Finanze e Attività Produttive della Camera dei Deputati.
E il presidente dell’Autorità Antitrust parla, facendo nomi e cognomi, anche di Uber Pop – il servizio che mette in comunicazione passeggeri ed autisti non professionisti – che, nei giorni scorsi, è stato all’origine, a Parigi, di scene di autentica guerriglia urbana mentre in Italia è protagonista di una vicenda giudiziaria nell’ambito della quale, sin qui, il tribunale di Milano ha ordinato a Uber di fermare il suo servizio Pop.
“Anche a seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Milano del 26 maggio 2015 è, inoltre, venuto al pettine – ha detto Pitruzzella ai Deputati – il nodo della compatibilità con il quadro normativo attuale dei servizi di comunicazione online che mettono in comunicazione domanda ed offerta di mobilità non di linea”.
Ma, il Presidente dell’Authority, non si ferma a sollevare il problema e sottolineare l’esigenza di regolamentazione, va oltre e suggerisce la propria ricetta.
“La regolamentazione dovrebbe tuttavia essere il meno invasiva possibile – dice Pitruzzella – limitandosi a prevedere una registrazione delle piattaforme e l’individuazione di una serie di requisiti e obblighi per gli autisti.”
E poi aggiunge: “In questo contesto, appare necessario evitare soluzioni che, pur rappresentando una apertura a questi servizi, ne potrebbero sancire, di fatto, una operatività ridotta, non in grado di aumentare la concorrenza sui servizi di mobilità non di linea. Ad esempio, non andrebbero previsti rigidi massimali alle ore di lavoro degli autisti non professionisti delle piattaforme online, che di fatto rappresentano forme di compensazioni implicite per i soggetti gravati da obblighi di servizio pubblico (i soggetti dotati di licenza taxi). Soluzione certamente preferibile sotto un profilo della concorrenza sarebbe prevedere una piena libertà di orario per gli autisti non professionali delle piattaforme, a fronte di forme di compensazioni esplicite per i soggetti gravati da obblighi di servizio pubblico.”
Ed è questo, probabilmente, il momento di maggior distanza tra la posizione del Presidente dell’Authority Antitrust e quello dell’Autorità di regolazione dei trasporti che, nei giorni scorsi, nel segnalare al Governo ed al Parlamento l’urgenza di un intervento normativo che mettesse ordine nella materia aveva, tra l’altro, suggerito che agli autisti non professionisti, utenti di piattaforme di comunicazione come Uber potesse essere imposto un numero di ore massimo di attività settimanale.
Una soluzione che non convince – probabilmente a ragione – il Presidente Pitruzzella che, nella sostanza, sembra dire che se si vuole, come la sua Autorità auspica senza dubbi né tentennamenti, che servizi come UberPop sia un fattore procompetitivo in un mercato, sin qui, poco dinamico ed elastico, allora è necessario scommetterci sino in fondo senza limitarne in partenza, in termini quantitativi, possibilità di crescita e sviluppo.
Le nuove regole potranno semmai – suggerisce Pitruzzella – “compensare” i tassisti dell’aumento della concorrenza in un mercato del quale, sin qui, sono stati protagonisti solitari ed esclusivi, in modo esplicito e diretto.
Due Autorità indipendenti e di settore, in una manciata di settimane, nella sostanza, suggeriscono – proponendo ricette con varianti modeste – a Governo e Parlamento di intervenire con urgenza e, soprattutto, di guardare alla sharing economy applicata al settore dei trasporti come un’ottima occasione di rivitalizzare un mercato – quello del trasporto pubblico locale non di linea – sin qui asfittico ed a basso tasso competitivo e non come un semplice fenomeno abusivo da vietare solo perché, le regole di oggi, non lo contemplano o appaiono porlo fuori legge.
E lo ha ricordato, Giovanni Pitruzzella ai parlamentari delle Commissioni Finanze e Attività produttive richiamando la segnalazione già inviata a Parlamento e governo, nei mesi scorsi, sempre a proposito del disegno di legge annuale sulla concorrenza:“l’inadeguatezza del complesso delle norme vigenti” emerge “anche in considerazione delle nuove possibilità offerte dalle piattaforme di comunicazione online tra utenti e operatori Ncc e taxi, che agevolano la comunicazione tra domanda e offerta di mobilità, consentendo un miglioramento della mobilità di offerta di trasporto di passeggeri non di linea, in termini sia di qualità sia di prezzi”.
Non siamo davanti ad una questione che possa essere risolta applicando regole “inadeguate” e superate dai tempi e dall’innovazione, serve – e serve di corsa – un intervento normativo che promuova questi nuovi fenomeni di mercato, ponendo, ad un tempo, ai loro protagonisti pochi limiti capaci di garantire, nella sostanza, i diritti e gli interessi di tutti.
Nota di trasparenza: benché il pezzo riferisce, in modo obiettivo, di una posizione ufficiale del Presidente dell’Authority della concorrenza, segnalo che assisto Altroconsumo nel procedimento che vede contrapposta Uber alle Cooperative di tassisti.